nondovrebbefiniremai • Il mistero svelato del Bistrot
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2023
Il Bistrot parigino è un'icona vivente della cultura e della vita quotidiana della città. Con le sue sedie di legno consumate dal tempo e i tavoli ravvicinati, offre uno spazio intimo e accogliente. Marc Augé, nel suo libro “Un etnologo al bistrot” analizza come questi luoghi tradizionali assumano ruoli sociali e culturali importanti nella vita quotidiana delle persone, la ritualità e le interazioni sociali che avvengono all'interno dei Bistrot, esaminando come questi spazi influenzino le dinamiche sociali e contribuiscano alla costruzione di legami comunitari. Esplora il gran teatro del bistrot con tutti i suoi attori. Considerato con gli occhi dell’etnologo, il bistrot è il regno delle relazioni “di superficie”, quelle in cui il gesto dello scambio importa assai più di ciò che lo motiva. Un grande bistrot nell’ora di punta è un luogo straripante di vita, di emozioni, in cui si scambiano parole per non dire nulla, gesti appena accennati, occhiate passeggere. Spazio relazionale ma anche spazio letterario: Maigret sarebbe impensabile senza le soste al bistrot. La Francia ha esportato in tutto il mondo questo modello di civiltà: da quel nome sprigiona ovunque il carattere amabile che ne contrassegna l’immagine. Non pura immagine, tuttavia: il bistrot è un oggetto del paesaggio urbano che rivendica di possedere una propria storia, una geografia e, d’ora in avanti, anche una propria etnologia. Una sosta ad un bistrot parigino varrebbe un viaggio, perché l’energia e gli stimoli che ne scaturisce, sono ancora percepibili come un vecchio ricordo di un giorno trascorso tra i tavolini di Cafè de Flore…
Le pareti, adornate da vecchie foto in bianco e nero, raccontano storie di un'epoca passata, mentre il profumo del caffè appena fatto si mescola con l'aroma invitante delle prime baguette. Il proprietario, con il suo grembiule e il sorriso cordiale, conosce ogni cliente abituale per nome e preferenza di caffè. Le conversazioni risuonano nella sala, un mix allegro di turisti curiosi e residenti affezionati, ma non sono mai invadenti o fastidiose. Si parla di politica, arte, amore e vita quotidiana, insieme al tintinnio delle tazzine e dalle chiacchiere di chi si gode una pausa dalla frenesia della città. Il Bistrot è il crocevia dove le storie prendono vita: nuove amicizie si formano, gli artisti trovano ispirazione, gli innamorati si scambiano sguardi e gli scrittori, come quel misterioso vecchio signore, trovano il loro rifugio per tessere trame e segreti legati all'essenza stessa di Parigi. È un luogo che va oltre la semplice colazione o il caffè del pomeriggio; è un'esperienza che cattura l'anima della città e la rilascia, poco alla volta, nei dialoghi e nelle vite intrecciate di coloro che lo frequentano. In quel freddo mattino di novembre, mentre il vapore del caffè danzava nell'aria, il vecchio signore, con il suo sguardo saggio e misterioso, attirava l'attenzione di tutti nel Bristot. Un giorno, mentre noi eravamo assorte nelle nostre chiacchiere organizzative del lavoro da svolgere, notammo una scia di carta scivolargli dalla tasca mentre si alzava per andarsene. Affrettandoci a raccoglierla, scoprimmo una mappa ingiallita di Parigi, segnata da annotazioni e simboli enigmatici. Uscimmo nello stesso momento, e per un pezzo di strada ci ritrovammo sullo stesso percorso… istintivamente decidemmo di seguirlo, discretamente, per svelare chissà cosa… Attraversò viuzze strette finché non si fermò davanti ad un'antica libreria sulle rive della Senna. Entrando, lo vedemmo scambiare sottili indizi con il libraio, rivelando una conoscenza profonda dei segreti nascosti nella storia della città. Scoprimmo da quel giorno, che ogni mattina, si recava in quella libreria. Una mattina, ci avvicinammo timidamente con in mano alcune mappe e dei libri, e lui, sorridendo con gentilezza, si fermò a descriverci alcune pagine, per poi finire a parlare dinanzi ad un mappamondo. La nostra permanenza a Parigi, nei giorni a venire, ci condusse attraverso la città, svelando storie dimenticate e luoghi intrisi di mistero. Scoprimmo che era un archeologo in pensione, un ricercatore di antichi segreti che la città custodiva gelosamente. Esplorava, raccoglieva indizi e annotava scoperte che lo aiutavano a decifrare enigmi che solo lui conosceva. Con il passare del tempo, diventammo amici di passeggiate, condividendo con lui il valore dell'osservazione e della passione per il mistero che circonda la vita di una città antica…
Maria
atlante infinito
diario visivo del viaggio
nondovrebbefiniremai • Il linguaggio segreto dei fiori
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2022
𝙸𝚕 𝚜𝚘𝚕𝚎 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚖𝚊𝚝𝚝𝚒𝚗𝚘 𝚙𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒𝚗𝚘 𝚋𝚊𝚌𝚒𝚊𝚟𝚊 𝚕𝚎 𝚜𝚝𝚛𝚊𝚍𝚎 𝚊𝚌𝚌𝚒𝚘𝚝𝚝𝚘𝚕𝚊𝚝𝚎 𝚍𝚒 𝙼𝚘𝚗𝚝𝚖𝚊𝚛𝚝𝚛𝚎,
𝚖𝚎𝚗𝚝𝚛𝚎 𝙿𝚊𝚞𝚕𝚒𝚗𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚙𝚊𝚜𝚜𝚘 𝚕𝚎𝚐𝚐𝚎𝚛𝚘 𝚜𝚒 𝚍𝚒𝚛𝚒𝚐𝚎𝚟𝚊 𝚟𝚎𝚛𝚜𝚘 𝚒𝚕 𝚖𝚎𝚛𝚌𝚊𝚝𝚘 𝚍𝚎𝚒 𝚏𝚒𝚘𝚛𝚒. 𝙴𝚛𝚊 𝚐𝚒𝚞𝚗𝚝𝚊 𝚍𝚊 𝚙𝚘𝚌𝚘 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚅𝚒𝚕𝚕𝚎 𝙻𝚞𝚖𝚒𝚎̀𝚛𝚎, 𝚎 𝚕'𝚊𝚛𝚒𝚊 𝚏𝚛𝚒𝚣𝚣𝚊𝚗𝚝𝚎 𝚕𝚎 𝚒𝚗𝚎𝚋𝚛𝚒𝚊𝚟𝚊 𝚒 𝚜𝚎𝚗𝚜𝚒, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚞𝚗 𝚚𝚞𝚊𝚍𝚛𝚘 𝚍𝚒 𝙼𝚘𝚗𝚎𝚝. 𝚃𝚛𝚊 𝚕𝚎 𝚋𝚊𝚗𝚌𝚊𝚛𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚌𝚘𝚕𝚘𝚛𝚊𝚝𝚎, 𝚒𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚜𝚐𝚞𝚊𝚛𝚍𝚘 𝚜𝚒 𝚙𝚘𝚜𝚘̀ 𝚜𝚞 𝚞𝚗 𝚖𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚙𝚎𝚝𝚊𝚕𝚒 𝚟𝚎𝚕𝚕𝚞𝚝𝚊𝚝𝚒: 𝚛𝚘𝚜𝚎 𝚛𝚘𝚜𝚜𝚎 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚊 𝚙𝚊𝚜𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎, 𝚐𝚒𝚐𝚕𝚒 𝚌𝚊𝚗𝚍𝚒𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚊 𝚙𝚞𝚛𝚎𝚣𝚣𝚊, 𝚝𝚞𝚕𝚒𝚙𝚊𝚗𝚒 𝚜𝚌𝚛𝚎𝚣𝚒𝚊𝚝𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚞𝚗'𝚊𝚕𝚋𝚊 𝚍𝚒 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚊𝚟𝚎𝚛𝚊. 𝙸 𝚙𝚛𝚘𝚏𝚞𝚖𝚒 𝚜𝚒 𝚖𝚎𝚜𝚌𝚘𝚕𝚊𝚟𝚊𝚗𝚘 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚞𝚗𝚊 𝚍𝚊𝚗𝚣𝚊, 𝚊𝚟𝚟𝚘𝚕𝚐𝚎𝚗𝚍𝚘𝚕𝚊 𝚒𝚗 𝚞𝚗 𝚊𝚋𝚋𝚛𝚊𝚌𝚌𝚒𝚘 𝚌𝚊𝚕𝚍𝚘 𝚎 𝚛𝚊𝚜𝚜𝚒𝚌𝚞𝚛𝚊𝚗𝚝𝚎.
𝙻𝚊 𝚍𝚘𝚗𝚗𝚊, 𝚊𝚟𝚟𝚘𝚕𝚝𝚊 𝚒𝚗 𝚞𝚗 𝚊𝚋𝚒𝚝𝚘 𝚌𝚘𝚕𝚘𝚛 𝚌𝚎𝚗𝚎𝚛𝚎, 𝚜𝚒 𝚊𝚌𝚌𝚘𝚜𝚝𝚘̀ 𝚊 𝚞𝚗𝚊 𝚟𝚎𝚗𝚍𝚒𝚝𝚛𝚒𝚌𝚎 𝚍𝚊𝚕 𝚟𝚒𝚜𝚘 𝚐𝚎𝚗𝚝𝚒𝚕𝚎. 𝙻𝚎 𝚜𝚞𝚎 𝚖𝚊𝚗𝚒, 𝚍𝚎𝚕𝚒𝚌𝚊𝚝𝚎 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚚𝚞𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚍𝚒 𝚞𝚗𝚊 𝚙𝚒𝚊𝚗𝚒𝚜𝚝𝚊, 𝚜𝚏𝚒𝚘𝚛𝚊𝚛𝚘𝚗𝚘 𝚕𝚎 𝚌𝚘𝚛𝚘𝚕𝚕𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚝𝚒𝚖𝚘𝚛𝚎 𝚛𝚎𝚟𝚎𝚛𝚎𝚗𝚣𝚒𝚊𝚕𝚎, 𝚚𝚞𝚊𝚜𝚒 𝚊 𝚟𝚘𝚕𝚎𝚛 𝚌𝚊𝚛𝚙𝚒𝚛𝚎 𝚒 𝚜𝚎𝚐𝚛𝚎𝚝𝚒 𝚌𝚞𝚜𝚝𝚘𝚍𝚒𝚝𝚒 𝚒𝚗 𝚘𝚐𝚗𝚒 𝚐𝚘𝚌𝚌𝚒𝚊 𝚍𝚒 𝚛𝚞𝚐𝚒𝚊𝚍𝚊.𝙳𝚘𝚙𝚘 𝚞𝚗 𝚊𝚝𝚝𝚒𝚖𝚘 𝚍𝚒 𝚒𝚗𝚍𝚎𝚌𝚒𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎, 𝚜𝚌𝚎𝚕𝚜𝚎 𝚞𝚗 𝚖𝚊𝚣𝚣𝚘 𝚍𝚒 𝚖𝚊𝚛𝚐𝚑𝚎𝚛𝚒𝚝𝚎, 𝚜𝚒𝚖𝚋𝚘𝚕𝚘 𝚍𝚒 𝚜𝚎𝚖𝚙𝚕𝚒𝚌𝚒𝚝𝚊̀ 𝚎 𝚒𝚗𝚗𝚘𝚌𝚎𝚗𝚣𝚊. 𝙸 𝚕𝚘𝚛𝚘 𝚙𝚎𝚝𝚊𝚕𝚒 𝚋𝚒𝚊𝚗𝚌𝚑𝚒, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚊 𝚗𝚎𝚟𝚎 𝚌𝚊𝚍𝚞𝚝𝚊 𝚏𝚛𝚎𝚜𝚌𝚊, 𝚒𝚕𝚕𝚞𝚖𝚒𝚗𝚊𝚟𝚊𝚗𝚘 𝚒𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚟𝚒𝚜𝚘 𝚎𝚗𝚒𝚐𝚖𝚊𝚝𝚒𝚌𝚘, 𝚍𝚒 𝚌𝚞𝚒 𝚜𝚒 𝚒𝚗𝚝𝚛𝚊𝚟𝚎𝚍𝚎𝚟𝚊𝚗𝚘 𝚜𝚘𝚕𝚘 𝚐𝚕𝚒 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒, 𝚙𝚛𝚘𝚏𝚘𝚗𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚞𝚗 𝚌𝚒𝚎𝚕𝚘 𝚍𝚒 𝚖𝚎𝚣𝚣𝚊𝚗𝚘𝚝𝚝𝚎. 𝙿𝚊𝚐𝚘̀ 𝚌𝚘𝚗 𝚞𝚗 𝚜𝚘𝚛𝚛𝚒𝚜𝚘 𝚜𝚒𝚕𝚎𝚗𝚣𝚒𝚘𝚜𝚘 𝚎, 𝚜𝚝𝚛𝚒𝚗𝚐𝚎𝚗𝚍𝚘 𝚒𝚕 𝚋𝚘𝚞𝚚𝚞𝚎𝚝 𝚊𝚕 𝚙𝚎𝚝𝚝𝚘, 𝚜𝚒 𝚊𝚟𝚟𝚒𝚘̀ 𝚟𝚎𝚛𝚜𝚘 𝚕𝚊 𝚋𝚊𝚜𝚒𝚕𝚒𝚌𝚊 𝚍𝚎𝚕 𝚂𝚊𝚌𝚛𝚘 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚎. 𝙸 𝚙𝚊𝚜𝚜𝚒 𝚕𝚎𝚐𝚐𝚎𝚛𝚒 𝚕𝚊 𝚌𝚘𝚗𝚍𝚞𝚌𝚎𝚟𝚊𝚗𝚘 𝚟𝚎𝚛𝚜𝚘 𝚕𝚊 𝚟𝚎𝚝𝚝𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚌𝚘𝚕𝚕𝚒𝚗𝚊, 𝚍𝚘𝚟𝚎 𝚕𝚊 𝚌𝚒𝚝𝚝𝚊̀ 𝚜𝚒 𝚍𝚒𝚜𝚙𝚒𝚎𝚐𝚊𝚟𝚊 𝚊𝚒 𝚜𝚞𝚘𝚒 𝚙𝚒𝚎𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚊 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚘𝚙𝚎𝚛𝚎 𝚍'𝚊𝚛𝚝𝚒.𝙻𝚊̀, 𝚜𝚞𝚕𝚕𝚊 𝚜𝚌𝚊𝚕𝚒𝚗𝚊𝚝𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚋𝚊𝚜𝚒𝚕𝚒𝚌𝚊, 𝚜𝚒 𝚜𝚎𝚍𝚎𝚝𝚝𝚎 𝚎, 𝚌𝚘𝚗 𝚞𝚗 𝚜𝚘𝚜𝚙𝚒𝚛𝚘 𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚖𝚘𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎, 𝚕𝚊𝚜𝚌𝚒𝚘̀ 𝚌𝚑𝚎 𝚒 𝚙𝚎𝚝𝚊𝚕𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚖𝚊𝚛𝚐𝚑𝚎𝚛𝚒𝚝𝚎 𝚌𝚊𝚍𝚎𝚜𝚜𝚎𝚛𝚘 𝚊 𝚝𝚎𝚛𝚛𝚊, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚊𝚌𝚛𝚒𝚖𝚎 𝚍𝚒 𝚐𝚒𝚘𝚒𝚊 𝚍𝚒 𝚏𝚛𝚘𝚗𝚝𝚎 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚎𝚣𝚣𝚊 𝚜𝚌𝚘𝚗𝚏𝚒𝚗𝚊𝚝𝚊 𝚍𝚒 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒.𝙸𝚗 𝚚𝚞𝚎𝚕𝚕'𝚒𝚜𝚝𝚊𝚗𝚝𝚎, 𝙿𝚊𝚞𝚕𝚒𝚗𝚎 𝚚𝚞𝚊𝚜𝚒 𝚜𝚎𝚖𝚋𝚛𝚊𝚟𝚊 𝚍𝚒𝚜𝚜𝚘𝚕𝚟𝚎𝚛𝚜𝚒... 𝚞𝚗'𝚊𝚗𝚒𝚖𝚊 𝚜𝚎𝚗𝚜𝚒𝚋𝚒𝚕𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚒 𝚒𝚖𝚖𝚎𝚛𝚐𝚎𝚟𝚊 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚙𝚘𝚎𝚜𝚒𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚟𝚒𝚝𝚊, 𝚝𝚛𝚊 𝚕𝚎 𝚗𝚘𝚝𝚎 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚟𝚊𝚕𝚣𝚎𝚛 𝚖𝚞𝚝𝚘. 𝙸𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚖𝚒𝚜𝚝𝚎𝚛𝚘 𝚛𝚒𝚖𝚊𝚗𝚎𝚟𝚊 𝚒𝚗𝚝𝚊𝚝𝚝𝚘, 𝚖𝚊 𝚒𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚐𝚎𝚜𝚝𝚘 𝚜𝚎𝚖𝚙𝚕𝚒𝚌𝚎 𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚒𝚌𝚊𝚝𝚘 𝚊𝚟𝚎𝚟𝚊 𝚕𝚊𝚜𝚌𝚒𝚊𝚝𝚘 𝚞𝚗'𝚒𝚖𝚙𝚛𝚘𝚗𝚝𝚊 𝚒𝚗𝚍𝚎𝚕𝚎𝚋𝚒𝚕𝚎 𝚗𝚎𝚕 𝚌𝚞𝚘𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝙼𝚘𝚗𝚝𝚖𝚊𝚛𝚝𝚛𝚎, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚞𝚗 𝚏𝚛𝚊𝚖𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚜𝚘𝚐𝚗𝚘 𝚊𝚍 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒 𝚊𝚙𝚎𝚛𝚝𝚒.
atlante infinito
diario visivo del viaggio
nondovrebbefiniremai • La fisarmonica di Rue des Rosiers
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2022
Attraversare Parigi diventa un'ode alle anime erranti, nel turbine dei suoi viali, tra le sinuose strade di Montmartre e le rive della Senna, 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒 avvolge 𝚕𝚎 𝚊𝚗𝚒𝚖𝚎 𝚜𝚘𝚕𝚒𝚝𝚊𝚛𝚒𝚎, 𝚘𝚐𝚗𝚒 𝚙𝚊𝚜𝚜𝚘 𝚜𝚘𝚕𝚌𝚊 𝚕𝚎 𝚙𝚛𝚘𝚏𝚘𝚗𝚍𝚒𝚝𝚊̀, 𝚝𝚒 𝚊𝚌𝚌𝚘𝚐𝚕𝚒𝚎 𝚜𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚌𝚑𝚒𝚎𝚍𝚎𝚛𝚝𝚒 𝚗𝚞𝚕𝚕𝚊… 𝚝𝚒 𝚙𝚎𝚛𝚍𝚒, 𝚖𝚊 𝚜𝚊𝚒 𝚍𝚘𝚟𝚎 𝚜𝚎𝚒. Le strade del quartiere Marais si tingono d'incanto quando lei, una giovane artista dal fascino senza tempo, posiziona la sua fisarmonica all'angolo di Rue des Rosiers. Col suo sorriso ogni giorno dà vita a una sinfonia che cattura i passanti con l'armonia delle note che fluiscono dalle sue dita agili. Il modo in cui posiziona la fisarmonica è un'arte, quasi come se comporre musica fosse parte della sua anima. Ogni nota è un invito ad abbandonarsi, a sognare tra le vetrine delle boutique o fermarsi ad ascoltarla, con il suo sguardo e le sue melodie, riflesso stesso dell'anima di Parigi.
Il giorno in cui ha imparato a suonare la fisarmonica è un ricordo avvolto nella nebbia dorata dei tramonti parigini. Era primavera, e i giardini erano imbevuti del profumo dei fiori in fiore. Si trovava su una panchina nei giardini di Place des Vosges, osservando la gente che passeggiava, quando il suono di una fisarmonica ha catturato la sua attenzione.
Era come se quelle note avessero svelato un mondo fino ad allora sconosciuto, risvegliando in lei una curiosità intensa. Ha seguito il suono fino a trovare una giovane artista, gli occhi sognanti, che faceva danzare le dita sulla tastiera. L'energia delle sue melodie aveva un'aura magica e in quell'istante ha deciso: voleva imparare a creare quell'incanto lei stessa.
Si è avvicinata timidamente, chiedendo consigli su come iniziare, e la donna le ha svelato i segreti di quell'arte affascinante, ha condiviso con lei i primi passi. La sensazione di avere sotto le dita l'energia delle emozioni, il potere di creare magia con la musica è stata un'esperienza che non avrebbe mai dimenticato. Quel giorno, in quel giardino, ha imparato più di una semplice melodia: ha scoperto una parte di sé che non sapeva di possedere.
"Sai, è strano pensare a come ho iniziato tutto questo. Era una giornata calda e avvolta dal profumo dei fiori in fiore. Ero seduta proprio qui, in questi giardini… quelle note aprirono una porta verso un mondo incantato.”
"E cosa è successo poi?"
Lei: "Mi sono avvicinata e ho chiesto se potevo imparare anch'io. E lei, con la sua gentilezza e il suo savoir-faire, mi ha insegnato i primi passi. È stato come scoprire un tesoro nascosto, una parte di me che non sapevo di avere."
Sorrido dinanzi alla semplicità del racconto, forse romanzato chissà, mi piace pensare che sia così…
"È una storia bella, semplice, e ora guarda come trasformi questo angolo di Parigi con la tua musica..."
Lei: "È incredibile come la musica, una passione, possa cambiare le cose…”
E così, mentre le note continuano a danzare nell'aria, ogni volta che veniamo a Marais, è bello incontrarci e ascoltare la bellezza delle sue note…
Maria
atlante infinito
diario visivo del viaggio
nondovrebbefiniremai • I ciottoli di Rue Mouffetard
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2022
Le mattine a Parigi hanno un sapore speciale, un incanto che si svela passeggiando per le strade acciottolate di Rue Mouffetard. Le prime luci dell'alba dipingono il cielo di tonalità pastello mentre percorriamo una delle cinque strade più antiche di Parigi, a passo lento. Le botteghe antiche si schiudono, rivelando il profumo seducente di pane appena sfornato e fiori freschi, le vetrine delle pasticcerie sono un tripudio di colori, e il mercato si anima con la vivacità di commercianti e clienti. Passo dopo passo ci ritroviamo al Pantheon, il monumento maestoso che veglia su Parigi da secoli. Maria si ferma ad immortalarne ogni dettaglio, continuando a sussurrare che ogni angolo cambia di continuo, la storia di questa città si fonde continuamente con le nostre, creando un intreccio indissolubile tra presente e passato. Siamo quasi arrivate al nostro appuntamento quotidiano, il piccolo bistrot dei Giardini del Lussemburgo. I profumi dolci si uniscono a quello del caffè appena preparato. Maria, ordina il suo cappuccino rigorosamente colmo di schiuma di latte, mentre io, inebriata dalla vista dei croissant dorati, apro il mio taccuino ed inizio a scrivere del giorno che sarà.
I Giardini del Lussemburgo si stendono come un tappeto verde intorno a noi, Maria trova ispirazione nei colori dei fiori, nelle sfumature delle foglie e nell'armonia dei giardini ben curati, io con lo sguardo perso nei colori dell'autunno, lascio che le parole danzino sulla carta, catturando l'essenza di questo luogo incantato. La passeggiata da Rue Mouffetard fino alla colazione in questo bistrot è ormai il nostro rituale, il punto di partenza per ogni nostra giornata parigina, la luce del mattino, l'imponenza di ciò che ci circonda e la tranquillità della natura si fondono in un viaggio quotidiano, in cui l'arte e le parole si mescolano come colori sulla tavolozza di un pittore.
Felisia
Rue Mouffetard, la strada dei sogni, dove ogni passo è una pagina bianca pronta ad accogliere la storia di Parigi,
scritta con l'inchiostro dell'arte e dell'ispirazione.
atlante infinito
diario visivo del viaggio
nondovrebbefiniremai • Crepuscolo parigino: segreti tra i tetti della Ville Lumière
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2022
E’ mattina sui tetti parigini,
la luce filtra attraverso le tende in questa casa dallo spirito bohémien, giocosa accarezza libri impilati su un tavolino di legno antico, e mentre Felisia prepara il primo caffè prendo un libro. I tocchi della vita quotidiana già si odono e si fondono con la magia della città: il fragore dei passi sui gradini in legno, il suono sottile di una radio che trasmette una melodia jazzata, i primi passi dei vicini sulla moquette delle scale, l’ascensore che stride con le antiche corde d’acciaio. Questo semplice rituale mattutino diventa un'ode alla semplicità, un'intersezione tra l'arte visiva e l'esperienza umana, dove il risveglio diventa la prima creazione, con la colazione e la lettura come strumenti di esplorazione per l'anima in una Parigi che si svela gradualmente. Passa un gatto sul tetto più piccolo, un altro sullo spigolo esterno, sembrano acrobati sui questi tetti con le loro creste aguzze e le tegole scure, mappa visiva dell'incanto cittadino. Immortalati nelle parole di autori come Victor Hugo in "I Miserabili" o Gaston Leroux ne "Il Fantasma dell'Opera", diventano veri e propri personaggi della città. Raccontano storie di secoli, testimoniando la storia architettonica di Parigi, dai quelli spioventi medievali che abbracciavano le dimore dei nobili alle costruzioni più recenti che si amalgamano all'eclettismo del panorama urbano. I tetti hanno assistito alle lotte, alle rivoluzioni e alle storie d'amore che hanno plasmato l'anima di Parigi. Poetesse, poeti, pittori e scrittrici, attraverso le loro opere, hanno dipinto questi tetti come luoghi d'intimità, nascondigli romantici e punti di osservazione privilegiati. Sono diventati rifugi per gli amanti e palcoscenici per i sognatori, offrendo panorami unici su una città intrisa di storia e cultura. Le pagine letterarie si stagliano come finestre aperte su questo mondo sopraelevato, catturando l'essenza stessa della vita parigina. I tetti, con il loro fascino senza tempo, sono un legame indelebile tra la letteratura e l'immaginario collettivo che circonda la città della luce.
“Cos’è che continui a sognare su quel tetto?”, chiede Felisia
“Quello che penso.”
Intanto il caffè con il suo calore che crea piccole scie dalla tazzina, sprigiona il giorno che ci apprestiamo a vivere.
V Arrondissement, mattina tra i tetti
2022
atlante infinito
diario visivo del viaggio