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nondovrebbefiniremai • Il mistero svelato del Bistrot

2023
Il Bistrot parigino è un'icona vivente della cultura e della vita quotidiana della città. Con le sue sedie di legno consumate dal tempo e i tavoli ravvicinati, offre uno spazio intimo e accogliente. Marc Augé, nel suo libro “Un etnologo al bistrot” analizza come questi luoghi tradizionali assumano ruoli sociali e culturali importanti nella vita quotidiana delle persone, la ritualità e le interazioni sociali che avvengono all'interno dei Bistrot, esaminando come questi spazi influenzino le dinamiche sociali e contribuiscano alla costruzione di legami comunitari. Esplora il gran teatro del bistrot con tutti i suoi attori. Considerato con gli occhi dell’etnologo, il bistrot è il regno delle relazioni “di superficie”, quelle in cui il gesto dello scambio importa assai più di ciò che lo motiva. Un grande bistrot nell’ora di punta è un luogo straripante di vita, di emozioni, in cui si scambiano parole per non dire nulla, gesti appena accennati, occhiate passeggere. Spazio relazionale ma anche spazio letterario: Maigret sarebbe impensabile senza le soste al bistrot. La Francia ha esportato in tutto il mondo questo modello di civiltà: da quel nome sprigiona ovunque il carattere amabile che ne contrassegna l’immagine. Non pura immagine, tuttavia: il bistrot è un oggetto del paesaggio urbano che rivendica di possedere una propria storia, una geografia e, d’ora in avanti, anche una propria etnologia. Una sosta ad un bistrot parigino varrebbe un viaggio, perché l’energia e gli stimoli che ne scaturisce, sono ancora percepibili come un vecchio ricordo di un giorno trascorso tra i tavolini di Cafè de Flore…
Le pareti, adornate da vecchie foto in bianco e nero, raccontano storie di un'epoca passata, mentre il profumo del caffè appena fatto si mescola con l'aroma invitante delle prime baguette. Il proprietario, con il suo grembiule e il sorriso cordiale, conosce ogni cliente abituale per nome e preferenza di caffè. Le conversazioni risuonano nella sala, un mix allegro di turisti curiosi e residenti affezionati, ma non sono mai invadenti o fastidiose. Si parla di politica, arte, amore e vita quotidiana, insieme al tintinnio delle tazzine e dalle chiacchiere di chi si gode una pausa dalla frenesia della città. Il Bistrot è il crocevia dove le storie prendono vita: nuove amicizie si formano, gli artisti trovano ispirazione, gli innamorati si scambiano sguardi e gli scrittori, come quel misterioso vecchio signore, trovano il loro rifugio per tessere trame e segreti legati all'essenza stessa di Parigi. È un luogo che va oltre la semplice colazione o il caffè del pomeriggio; è un'esperienza che cattura l'anima della città e la rilascia, poco alla volta, nei dialoghi e nelle vite intrecciate di coloro che lo frequentano. In quel freddo mattino di novembre, mentre il vapore del caffè danzava nell'aria, il vecchio signore, con il suo sguardo saggio e misterioso, attirava l'attenzione di tutti nel Bristot. Un giorno, mentre noi eravamo assorte nelle nostre chiacchiere organizzative del lavoro da svolgere, notammo una scia di carta scivolargli dalla tasca mentre si alzava per andarsene. Affrettandoci a raccoglierla, scoprimmo una mappa ingiallita di Parigi, segnata da annotazioni e simboli enigmatici. Uscimmo nello stesso momento, e per un pezzo di strada ci ritrovammo sullo stesso percorso… istintivamente decidemmo di seguirlo, discretamente, per svelare chissà cosa… Attraversò viuzze strette finché non si fermò davanti ad un'antica libreria sulle rive della Senna. Entrando, lo vedemmo scambiare sottili indizi con il libraio, rivelando una conoscenza profonda dei segreti nascosti nella storia della città. Scoprimmo da quel giorno, che ogni mattina, si recava in quella libreria. Una mattina, ci avvicinammo timidamente con in mano alcune mappe e dei libri, e lui, sorridendo con gentilezza, si fermò a descriverci alcune pagine, per poi finire a parlare dinanzi ad un mappamondo. La nostra permanenza a Parigi, nei giorni a venire, ci condusse attraverso la città, svelando storie dimenticate e luoghi intrisi di mistero. Scoprimmo che era un archeologo in pensione, un ricercatore di antichi segreti che la città custodiva gelosamente. Esplorava, raccoglieva indizi e annotava scoperte che lo aiutavano a decifrare enigmi che solo lui conosceva. Con il passare del tempo, diventammo amici di passeggiate, condividendo con lui il valore dell'osservazione e della passione per il mistero che circonda la vita di una città antica…

Maria

atlante infinito
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nondovrebbefiniremai • Il linguaggio segreto dei fiori

2022
𝙸𝚕 𝚜𝚘𝚕𝚎 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚖𝚊𝚝𝚝𝚒𝚗𝚘 𝚙𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒𝚗𝚘 𝚋𝚊𝚌𝚒𝚊𝚟𝚊 𝚕𝚎 𝚜𝚝𝚛𝚊𝚍𝚎 𝚊𝚌𝚌𝚒𝚘𝚝𝚝𝚘𝚕𝚊𝚝𝚎 𝚍𝚒 𝙼𝚘𝚗𝚝𝚖𝚊𝚛𝚝𝚛𝚎,
𝚖𝚎𝚗𝚝𝚛𝚎 𝙿𝚊𝚞𝚕𝚒𝚗𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚙𝚊𝚜𝚜𝚘 𝚕𝚎𝚐𝚐𝚎𝚛𝚘 𝚜𝚒 𝚍𝚒𝚛𝚒𝚐𝚎𝚟𝚊 𝚟𝚎𝚛𝚜𝚘 𝚒𝚕 𝚖𝚎𝚛𝚌𝚊𝚝𝚘 𝚍𝚎𝚒 𝚏𝚒𝚘𝚛𝚒. 𝙴𝚛𝚊 𝚐𝚒𝚞𝚗𝚝𝚊 𝚍𝚊 𝚙𝚘𝚌𝚘 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚅𝚒𝚕𝚕𝚎 𝙻𝚞𝚖𝚒𝚎̀𝚛𝚎, 𝚎 𝚕'𝚊𝚛𝚒𝚊 𝚏𝚛𝚒𝚣𝚣𝚊𝚗𝚝𝚎 𝚕𝚎 𝚒𝚗𝚎𝚋𝚛𝚒𝚊𝚟𝚊 𝚒 𝚜𝚎𝚗𝚜𝚒, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚞𝚗 𝚚𝚞𝚊𝚍𝚛𝚘 𝚍𝚒 𝙼𝚘𝚗𝚎𝚝. 𝚃𝚛𝚊 𝚕𝚎 𝚋𝚊𝚗𝚌𝚊𝚛𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚌𝚘𝚕𝚘𝚛𝚊𝚝𝚎, 𝚒𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚜𝚐𝚞𝚊𝚛𝚍𝚘 𝚜𝚒 𝚙𝚘𝚜𝚘̀ 𝚜𝚞 𝚞𝚗 𝚖𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚙𝚎𝚝𝚊𝚕𝚒 𝚟𝚎𝚕𝚕𝚞𝚝𝚊𝚝𝚒: 𝚛𝚘𝚜𝚎 𝚛𝚘𝚜𝚜𝚎 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚊 𝚙𝚊𝚜𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎, 𝚐𝚒𝚐𝚕𝚒 𝚌𝚊𝚗𝚍𝚒𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚊 𝚙𝚞𝚛𝚎𝚣𝚣𝚊, 𝚝𝚞𝚕𝚒𝚙𝚊𝚗𝚒 𝚜𝚌𝚛𝚎𝚣𝚒𝚊𝚝𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚞𝚗'𝚊𝚕𝚋𝚊 𝚍𝚒 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚊𝚟𝚎𝚛𝚊. 𝙸 𝚙𝚛𝚘𝚏𝚞𝚖𝚒 𝚜𝚒 𝚖𝚎𝚜𝚌𝚘𝚕𝚊𝚟𝚊𝚗𝚘 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚞𝚗𝚊 𝚍𝚊𝚗𝚣𝚊, 𝚊𝚟𝚟𝚘𝚕𝚐𝚎𝚗𝚍𝚘𝚕𝚊 𝚒𝚗 𝚞𝚗 𝚊𝚋𝚋𝚛𝚊𝚌𝚌𝚒𝚘 𝚌𝚊𝚕𝚍𝚘 𝚎 𝚛𝚊𝚜𝚜𝚒𝚌𝚞𝚛𝚊𝚗𝚝𝚎.
𝙻𝚊 𝚍𝚘𝚗𝚗𝚊, 𝚊𝚟𝚟𝚘𝚕𝚝𝚊 𝚒𝚗 𝚞𝚗 𝚊𝚋𝚒𝚝𝚘 𝚌𝚘𝚕𝚘𝚛 𝚌𝚎𝚗𝚎𝚛𝚎, 𝚜𝚒 𝚊𝚌𝚌𝚘𝚜𝚝𝚘̀ 𝚊 𝚞𝚗𝚊 𝚟𝚎𝚗𝚍𝚒𝚝𝚛𝚒𝚌𝚎 𝚍𝚊𝚕 𝚟𝚒𝚜𝚘 𝚐𝚎𝚗𝚝𝚒𝚕𝚎. 𝙻𝚎 𝚜𝚞𝚎 𝚖𝚊𝚗𝚒, 𝚍𝚎𝚕𝚒𝚌𝚊𝚝𝚎 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚚𝚞𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚍𝚒 𝚞𝚗𝚊 𝚙𝚒𝚊𝚗𝚒𝚜𝚝𝚊, 𝚜𝚏𝚒𝚘𝚛𝚊𝚛𝚘𝚗𝚘 𝚕𝚎 𝚌𝚘𝚛𝚘𝚕𝚕𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚝𝚒𝚖𝚘𝚛𝚎 𝚛𝚎𝚟𝚎𝚛𝚎𝚗𝚣𝚒𝚊𝚕𝚎, 𝚚𝚞𝚊𝚜𝚒 𝚊 𝚟𝚘𝚕𝚎𝚛 𝚌𝚊𝚛𝚙𝚒𝚛𝚎 𝚒 𝚜𝚎𝚐𝚛𝚎𝚝𝚒 𝚌𝚞𝚜𝚝𝚘𝚍𝚒𝚝𝚒 𝚒𝚗 𝚘𝚐𝚗𝚒 𝚐𝚘𝚌𝚌𝚒𝚊 𝚍𝚒 𝚛𝚞𝚐𝚒𝚊𝚍𝚊.𝙳𝚘𝚙𝚘 𝚞𝚗 𝚊𝚝𝚝𝚒𝚖𝚘 𝚍𝚒 𝚒𝚗𝚍𝚎𝚌𝚒𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎, 𝚜𝚌𝚎𝚕𝚜𝚎 𝚞𝚗 𝚖𝚊𝚣𝚣𝚘 𝚍𝚒 𝚖𝚊𝚛𝚐𝚑𝚎𝚛𝚒𝚝𝚎, 𝚜𝚒𝚖𝚋𝚘𝚕𝚘 𝚍𝚒 𝚜𝚎𝚖𝚙𝚕𝚒𝚌𝚒𝚝𝚊̀ 𝚎 𝚒𝚗𝚗𝚘𝚌𝚎𝚗𝚣𝚊. 𝙸 𝚕𝚘𝚛𝚘 𝚙𝚎𝚝𝚊𝚕𝚒 𝚋𝚒𝚊𝚗𝚌𝚑𝚒, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚊 𝚗𝚎𝚟𝚎 𝚌𝚊𝚍𝚞𝚝𝚊 𝚏𝚛𝚎𝚜𝚌𝚊, 𝚒𝚕𝚕𝚞𝚖𝚒𝚗𝚊𝚟𝚊𝚗𝚘 𝚒𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚟𝚒𝚜𝚘 𝚎𝚗𝚒𝚐𝚖𝚊𝚝𝚒𝚌𝚘, 𝚍𝚒 𝚌𝚞𝚒 𝚜𝚒 𝚒𝚗𝚝𝚛𝚊𝚟𝚎𝚍𝚎𝚟𝚊𝚗𝚘 𝚜𝚘𝚕𝚘 𝚐𝚕𝚒 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒, 𝚙𝚛𝚘𝚏𝚘𝚗𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚞𝚗 𝚌𝚒𝚎𝚕𝚘 𝚍𝚒 𝚖𝚎𝚣𝚣𝚊𝚗𝚘𝚝𝚝𝚎. 𝙿𝚊𝚐𝚘̀ 𝚌𝚘𝚗 𝚞𝚗 𝚜𝚘𝚛𝚛𝚒𝚜𝚘 𝚜𝚒𝚕𝚎𝚗𝚣𝚒𝚘𝚜𝚘 𝚎, 𝚜𝚝𝚛𝚒𝚗𝚐𝚎𝚗𝚍𝚘 𝚒𝚕 𝚋𝚘𝚞𝚚𝚞𝚎𝚝 𝚊𝚕 𝚙𝚎𝚝𝚝𝚘, 𝚜𝚒 𝚊𝚟𝚟𝚒𝚘̀ 𝚟𝚎𝚛𝚜𝚘 𝚕𝚊 𝚋𝚊𝚜𝚒𝚕𝚒𝚌𝚊 𝚍𝚎𝚕 𝚂𝚊𝚌𝚛𝚘 𝙲𝚞𝚘𝚛𝚎. 𝙸 𝚙𝚊𝚜𝚜𝚒 𝚕𝚎𝚐𝚐𝚎𝚛𝚒 𝚕𝚊 𝚌𝚘𝚗𝚍𝚞𝚌𝚎𝚟𝚊𝚗𝚘 𝚟𝚎𝚛𝚜𝚘 𝚕𝚊 𝚟𝚎𝚝𝚝𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚌𝚘𝚕𝚕𝚒𝚗𝚊, 𝚍𝚘𝚟𝚎 𝚕𝚊 𝚌𝚒𝚝𝚝𝚊̀ 𝚜𝚒 𝚍𝚒𝚜𝚙𝚒𝚎𝚐𝚊𝚟𝚊 𝚊𝚒 𝚜𝚞𝚘𝚒 𝚙𝚒𝚎𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚊 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚘𝚙𝚎𝚛𝚎 𝚍'𝚊𝚛𝚝𝚒.𝙻𝚊̀, 𝚜𝚞𝚕𝚕𝚊 𝚜𝚌𝚊𝚕𝚒𝚗𝚊𝚝𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚋𝚊𝚜𝚒𝚕𝚒𝚌𝚊, 𝚜𝚒 𝚜𝚎𝚍𝚎𝚝𝚝𝚎 𝚎, 𝚌𝚘𝚗 𝚞𝚗 𝚜𝚘𝚜𝚙𝚒𝚛𝚘 𝚍𝚒 𝚌𝚘𝚖𝚖𝚘𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎, 𝚕𝚊𝚜𝚌𝚒𝚘̀ 𝚌𝚑𝚎 𝚒 𝚙𝚎𝚝𝚊𝚕𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚖𝚊𝚛𝚐𝚑𝚎𝚛𝚒𝚝𝚎 𝚌𝚊𝚍𝚎𝚜𝚜𝚎𝚛𝚘 𝚊 𝚝𝚎𝚛𝚛𝚊, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚊𝚌𝚛𝚒𝚖𝚎 𝚍𝚒 𝚐𝚒𝚘𝚒𝚊 𝚍𝚒 𝚏𝚛𝚘𝚗𝚝𝚎 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚎𝚣𝚣𝚊 𝚜𝚌𝚘𝚗𝚏𝚒𝚗𝚊𝚝𝚊 𝚍𝚒 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒.𝙸𝚗 𝚚𝚞𝚎𝚕𝚕'𝚒𝚜𝚝𝚊𝚗𝚝𝚎, 𝙿𝚊𝚞𝚕𝚒𝚗𝚎 𝚚𝚞𝚊𝚜𝚒 𝚜𝚎𝚖𝚋𝚛𝚊𝚟𝚊 𝚍𝚒𝚜𝚜𝚘𝚕𝚟𝚎𝚛𝚜𝚒... 𝚞𝚗'𝚊𝚗𝚒𝚖𝚊 𝚜𝚎𝚗𝚜𝚒𝚋𝚒𝚕𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚒 𝚒𝚖𝚖𝚎𝚛𝚐𝚎𝚟𝚊 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚙𝚘𝚎𝚜𝚒𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚟𝚒𝚝𝚊, 𝚝𝚛𝚊 𝚕𝚎 𝚗𝚘𝚝𝚎 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚟𝚊𝚕𝚣𝚎𝚛 𝚖𝚞𝚝𝚘. 𝙸𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚖𝚒𝚜𝚝𝚎𝚛𝚘 𝚛𝚒𝚖𝚊𝚗𝚎𝚟𝚊 𝚒𝚗𝚝𝚊𝚝𝚝𝚘, 𝚖𝚊 𝚒𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚐𝚎𝚜𝚝𝚘 𝚜𝚎𝚖𝚙𝚕𝚒𝚌𝚎 𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚒𝚌𝚊𝚝𝚘 𝚊𝚟𝚎𝚟𝚊 𝚕𝚊𝚜𝚌𝚒𝚊𝚝𝚘 𝚞𝚗'𝚒𝚖𝚙𝚛𝚘𝚗𝚝𝚊 𝚒𝚗𝚍𝚎𝚕𝚎𝚋𝚒𝚕𝚎 𝚗𝚎𝚕 𝚌𝚞𝚘𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝙼𝚘𝚗𝚝𝚖𝚊𝚛𝚝𝚛𝚎, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚞𝚗 𝚏𝚛𝚊𝚖𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚜𝚘𝚐𝚗𝚘 𝚊𝚍 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒 𝚊𝚙𝚎𝚛𝚝𝚒.


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nondovrebbefiniremai • La fisarmonica di Rue des Rosiers

2022
Attraversare Parigi diventa un'ode alle anime erranti, nel turbine dei suoi viali, tra le sinuose strade di Montmartre e le rive della Senna, 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒 avvolge 𝚕𝚎 𝚊𝚗𝚒𝚖𝚎 𝚜𝚘𝚕𝚒𝚝𝚊𝚛𝚒𝚎, 𝚘𝚐𝚗𝚒 𝚙𝚊𝚜𝚜𝚘 𝚜𝚘𝚕𝚌𝚊 𝚕𝚎 𝚙𝚛𝚘𝚏𝚘𝚗𝚍𝚒𝚝𝚊̀, 𝚝𝚒 𝚊𝚌𝚌𝚘𝚐𝚕𝚒𝚎 𝚜𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚌𝚑𝚒𝚎𝚍𝚎𝚛𝚝𝚒 𝚗𝚞𝚕𝚕𝚊… 𝚝𝚒 𝚙𝚎𝚛𝚍𝚒, 𝚖𝚊 𝚜𝚊𝚒 𝚍𝚘𝚟𝚎 𝚜𝚎𝚒. Le strade del quartiere Marais si tingono d'incanto quando lei, una giovane artista dal fascino senza tempo, posiziona la sua fisarmonica all'angolo di Rue des Rosiers. Col suo sorriso ogni giorno dà vita a una sinfonia che cattura i passanti con l'armonia delle note che fluiscono dalle sue dita agili. Il modo in cui posiziona la fisarmonica è un'arte, quasi come se comporre musica fosse parte della sua anima. Ogni nota è un invito ad abbandonarsi, a sognare tra le vetrine delle boutique o fermarsi ad ascoltarla, con il suo sguardo e le sue melodie, riflesso stesso dell'anima di Parigi.
Il giorno in cui ha imparato a suonare la fisarmonica è un ricordo avvolto nella nebbia dorata dei tramonti parigini. Era primavera, e i giardini erano imbevuti del profumo dei fiori in fiore. Si trovava su una panchina nei giardini di Place des Vosges, osservando la gente che passeggiava, quando il suono di una fisarmonica ha catturato la sua attenzione.
Era come se quelle note avessero svelato un mondo fino ad allora sconosciuto, risvegliando in lei una curiosità intensa. Ha seguito il suono fino a trovare una giovane artista, gli occhi sognanti, che faceva danzare le dita sulla tastiera. L'energia delle sue melodie aveva un'aura magica e in quell'istante ha deciso: voleva imparare a creare quell'incanto lei stessa.
Si è avvicinata timidamente, chiedendo consigli su come iniziare, e la donna le ha svelato i segreti di quell'arte affascinante, ha condiviso con lei i primi passi. La sensazione di avere sotto le dita l'energia delle emozioni, il potere di creare magia con la musica è stata un'esperienza che non avrebbe mai dimenticato. Quel giorno, in quel giardino, ha imparato più di una semplice melodia: ha scoperto una parte di sé che non sapeva di possedere.
"Sai, è strano pensare a come ho iniziato tutto questo. Era una giornata calda e avvolta dal profumo dei fiori in fiore. Ero seduta proprio qui, in questi giardini… quelle note aprirono una porta verso un mondo incantato.”
"E cosa è successo poi?"
Lei: "Mi sono avvicinata e ho chiesto se potevo imparare anch'io. E lei, con la sua gentilezza e il suo savoir-faire, mi ha insegnato i primi passi. È stato come scoprire un tesoro nascosto, una parte di me che non sapevo di avere."
Sorrido dinanzi alla semplicità del racconto, forse romanzato chissà, mi piace pensare che sia così…
"È una storia bella, semplice, e ora guarda come trasformi questo angolo di Parigi con la tua musica..."
Lei: "È incredibile come la musica, una passione, possa cambiare le cose…”
E così, mentre le note continuano a danzare nell'aria, ogni volta che veniamo a Marais, è bello incontrarci e ascoltare la bellezza delle sue note…


Maria

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nondovrebbefiniremai • Sulle cattedrali francesi di Parigi

2022
𝙰𝚕𝚕’𝚘𝚖𝚋𝚛𝚊 𝚍𝚎𝚕 𝚌𝚞𝚙𝚘𝚕𝚘𝚗𝚎 𝚍𝚎𝚕 𝙿𝚊𝚗𝚝𝚑𝚎𝚘𝚗 𝚜𝚘𝚛𝚐𝚎, 𝚊𝚕 𝚍𝚒 𝚕𝚊̀ 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚂𝚘𝚛𝚋𝚘𝚗𝚊, 𝚒𝚕 𝚌𝚊𝚙𝚘𝚕𝚊𝚟𝚘𝚛𝚘 𝚍𝚎𝚕 𝚚𝚞𝚊𝚛𝚝𝚒𝚎𝚛𝚎 𝙻𝚊𝚝𝚒𝚗𝚘: 𝚕𝚊 𝚌𝚑𝚒𝚎𝚜𝚊 𝚍𝚒 𝚂𝚊𝚒𝚗𝚝-𝙴𝚝𝚒𝚎𝚗𝚗𝚎-𝚍𝚞-𝙼𝚘𝚗𝚝 𝚌𝚘𝚜𝚝𝚛𝚞𝚒𝚝𝚊 𝚊 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚒𝚛𝚎 𝚍𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚏𝚒𝚗𝚎 𝚍𝚎𝚕 ‘𝟺𝟶𝟶. 𝙽𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚏𝚊𝚌𝚌𝚒𝚊𝚝𝚊 𝚜𝚒 𝚙𝚘𝚜𝚜𝚘𝚗𝚘 𝚊𝚖𝚖𝚒𝚛𝚊𝚛𝚎 𝚜𝚘𝚟𝚛𝚊𝚙𝚙𝚘𝚜𝚒𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚍𝚒 𝚎𝚕𝚎𝚖𝚎𝚗𝚝𝚒 𝚙𝚘𝚛𝚝𝚊𝚗𝚝𝚒 𝚎 𝚍𝚒 𝚏𝚛𝚘𝚗𝚝𝚘𝚗𝚒, 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚘 𝚊𝚗𝚐𝚘𝚕𝚒 𝚎 𝚌𝚞𝚛𝚟𝚎 𝚌𝚊𝚙𝚛𝚒𝚌𝚌𝚒𝚘𝚜𝚎 𝚎𝚍 𝚒𝚗𝚊𝚝𝚝𝚎𝚜𝚎, 𝚖𝚎𝚗𝚝𝚛𝚎 𝚕’𝚒𝚗𝚝𝚎𝚛𝚗𝚘 𝚎̀ 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚐𝚘𝚝𝚒𝚌𝚘 𝚏𝚒𝚊𝚖𝚖𝚎𝚐𝚐𝚒𝚊𝚗𝚝𝚎, 𝚌𝚘𝚙𝚎𝚛𝚝𝚘 𝚍𝚊 𝚟𝚘𝚕𝚝𝚎 𝚜𝚘𝚛𝚛𝚎𝚝𝚝𝚎 𝚍𝚊 𝚙𝚒𝚕𝚊𝚜𝚝𝚛𝚒 𝚊𝚕𝚝𝚒𝚜𝚜𝚒𝚖𝚒; 𝚒𝚗 𝚏𝚘𝚗𝚍𝚘 𝚊𝚕𝚕𝚎 𝚗𝚊𝚟𝚊𝚝𝚎 𝚜𝚒 𝚊𝚛𝚛𝚊𝚖𝚙𝚒𝚌𝚊𝚗𝚘 𝚍𝚞𝚎 𝚜𝚌𝚊𝚕𝚎 𝚊 𝚌𝚑𝚒𝚘𝚌𝚌𝚒𝚘𝚕𝚊 𝚊 𝚍𝚘𝚙𝚙𝚒𝚘 𝚐𝚒𝚛𝚘 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚘𝚜𝚝𝚎𝚗𝚐𝚘𝚗𝚘 𝚒𝚕 𝚋𝚎𝚕 𝚙𝚘𝚗𝚝𝚒𝚕𝚎-𝚝𝚛𝚊𝚖𝚎𝚣𝚣𝚘 𝚌𝚒𝚗𝚚𝚞𝚎𝚌𝚎𝚗𝚝𝚎𝚜𝚌𝚘. 𝙸𝚗 𝚋𝚊𝚜𝚜𝚘 𝚕’𝚎𝚕𝚎𝚐𝚊𝚗𝚣𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚊𝚛𝚌𝚊𝚝𝚊 𝚜𝚗𝚎𝚕𝚕𝚊, 𝚊𝚙𝚎𝚛𝚝𝚊 𝚒𝚗 𝚊𝚕𝚝𝚘 𝚍𝚊 𝚞𝚗𝚊 𝚕𝚎𝚐𝚐𝚎𝚛𝚒𝚜𝚜𝚒𝚖𝚊 𝚝𝚛𝚊𝚗𝚜𝚎𝚗𝚗𝚊 𝚝𝚛𝚊𝚏𝚘𝚛𝚊𝚝𝚊.
𝚂𝚊𝚒𝚗𝚝-𝙴́𝚝𝚒𝚎𝚗𝚗𝚎-𝚍𝚞-𝙼𝚘𝚗𝚝 𝚎̀ 𝚞𝚗𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚌𝚑𝚒𝚎𝚜𝚎 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚍𝚒 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒 𝚎 𝚜𝚒 𝚝𝚛𝚘𝚟𝚊 𝚜𝚞𝚕𝚕𝚊 𝚖𝚘𝚗𝚝𝚊𝚐𝚗𝚊 𝚂𝚊𝚒𝚗𝚝𝚎-𝙶𝚎𝚗𝚎𝚟𝚒𝚎̀𝚟𝚎. 𝙾𝚐𝚗𝚒 𝚖𝚊𝚝𝚝𝚒𝚗𝚊 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚎𝚗𝚍𝚘 𝚍𝚊 𝚁𝚞𝚎 𝙼𝚘𝚞𝚏𝚏𝚎𝚝𝚊𝚛𝚍, 𝚙𝚎𝚛𝚌𝚘𝚛𝚛𝚎𝚗𝚍𝚘𝚕𝚊 𝚏𝚒𝚗𝚘 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚏𝚒𝚗𝚎, 𝚟𝚎𝚍𝚎𝚛𝚕𝚊 𝚒𝚗𝚜𝚒𝚎𝚖𝚎 𝚊𝚕 𝙿𝚊𝚗𝚝𝚑𝚎𝚘𝚗, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚊 𝚏𝚊𝚛𝚎 𝚞𝚗 𝚐𝚒𝚛𝚘𝚝𝚘𝚗𝚍𝚘, 𝚎̀ 𝚞𝚗𝚊 𝚟𝚒𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚞𝚗𝚒𝚌𝚊…

𝙻𝚊 𝚌𝚑𝚒𝚎𝚜𝚊 𝚍𝚒 𝚂𝚊𝚒𝚗𝚝-𝚂𝚎́𝚟𝚎𝚛𝚒𝚗 𝚎̀ 𝚞𝚗𝚘 𝚜𝚝𝚛𝚊𝚘𝚛𝚍𝚒𝚗𝚊𝚛𝚒𝚘 𝚎𝚜𝚎𝚖𝚙𝚒𝚘 𝚍𝚒 𝚌𝚑𝚒𝚎𝚜𝚊 𝚐𝚘𝚝𝚒𝚌𝚊, 𝚜𝚒 𝚝𝚛𝚘𝚟𝚊 𝚗𝚎𝚕𝚕’𝚒𝚗𝚌𝚊𝚗𝚝𝚘 𝚍𝚎𝚕 𝚀𝚞𝚊𝚛𝚝𝚒𝚎𝚛𝚎 𝙻𝚊𝚝𝚒𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒, 𝚞𝚗𝚘 𝚍𝚎𝚒 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚊𝚗𝚝𝚒𝚌𝚑𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚌𝚒𝚝𝚝𝚊̀. 𝚀𝚞𝚎𝚜𝚝𝚘 𝚌𝚊𝚙𝚘𝚕𝚊𝚟𝚘𝚛𝚘 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚊𝚛𝚌𝚑𝚒𝚝𝚎𝚝𝚝𝚞𝚛𝚊 𝚙𝚛𝚎𝚜𝚎𝚗𝚝𝚊 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚜𝚒𝚗𝚒𝚜𝚝𝚛𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚏𝚊𝚌𝚌𝚒𝚊𝚝𝚊 𝚕𝚊 𝚝𝚘𝚛𝚛𝚎 𝚌𝚊𝚖𝚙𝚊𝚗𝚊𝚛𝚒𝚊 𝚊 𝚝𝚛𝚎 𝚘𝚛𝚍𝚒𝚗𝚒, 𝚕𝚊 𝚚𝚞𝚊𝚕𝚎 𝚘𝚜𝚙𝚒𝚝𝚊 𝚕𝚊 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚊𝚗𝚝𝚒𝚌𝚊 𝚌𝚊𝚖𝚙𝚊𝚗𝚊 𝚍𝚒 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒, 𝚍𝚊𝚝𝚊𝚋𝚒𝚕𝚎 𝚊𝚕 𝟷𝟻° 𝚜𝚎𝚌𝚘𝚕𝚘. 𝙰𝚕𝚕’𝚒𝚗𝚝𝚎𝚛𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚘 𝚖𝚊𝚐𝚗𝚒𝚏𝚒𝚌𝚘 𝚎𝚍𝚒𝚏𝚒𝚌𝚒𝚘 𝚛𝚎𝚕𝚒𝚐𝚒𝚘𝚜𝚘 𝚕𝚊 𝚙𝚘𝚎𝚜𝚒𝚊, 𝚕𝚊 𝚝𝚎𝚘𝚕𝚘𝚐𝚒𝚊 𝚎 𝚕𝚊 𝚜𝚙𝚒𝚛𝚒𝚝𝚞𝚊𝚕𝚒𝚝𝚊̀ 𝚜𝚒 𝚒𝚗𝚌𝚘𝚗𝚝𝚛𝚊𝚗𝚘 𝚌𝚘𝚗 𝚜𝚌𝚒𝚎 𝚍𝚒 𝚕𝚞𝚌𝚎 𝚍𝚒𝚜𝚜𝚘𝚕𝚝𝚊 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚘𝚖𝚋𝚛𝚎 𝚜𝚞𝚜𝚜𝚞𝚛𝚛𝚊𝚝𝚎. 𝚂𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚏𝚒𝚊𝚝𝚘 𝚕𝚊𝚜𝚌𝚒𝚊𝚗𝚘 𝚕𝚎 𝚜𝚙𝚕𝚎𝚗𝚍𝚒𝚍𝚎 𝚟𝚎𝚝𝚛𝚊𝚝𝚎 𝚐𝚘𝚝𝚒𝚌𝚑𝚎, 𝚒𝚗 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚒𝚌𝚘𝚕𝚊𝚛𝚎 𝚞𝚗𝚊 𝚌𝚘𝚗 𝚕'𝙰𝚕𝚋𝚎𝚛𝚘 𝚍𝚒 𝙹𝚎𝚜𝚜𝚎, 𝚞𝚗 𝚟𝚎𝚛𝚘 𝚎 𝚙𝚛𝚘𝚙𝚛𝚒𝚘 𝚌𝚊𝚙𝚘𝚕𝚊𝚟𝚘𝚛𝚘, 𝚌𝚑𝚒𝚊𝚖𝚊𝚝𝚘 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚝𝚎𝚜𝚘𝚛𝚘 𝚗𝚊𝚜𝚌𝚘𝚜𝚝𝚘 𝚒𝚗 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚝𝚘 𝚎̀ 𝚊𝚖𝚙𝚒𝚊𝚖𝚎𝚗𝚝𝚎 𝚌𝚘𝚙𝚎𝚛𝚝𝚘 𝚍𝚊𝚕𝚕’𝚘𝚛𝚐𝚊𝚗𝚘. 𝙰𝚕𝚕𝚎 𝚟𝚎𝚝𝚛𝚊𝚝𝚎 𝚐𝚘𝚝𝚒𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚎 𝚗𝚎 𝚊𝚐𝚐𝚒𝚞𝚗𝚐𝚘𝚗𝚘 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚎 𝚍𝚎𝚕 𝚇𝙸𝚇 𝚜𝚎𝚌𝚘𝚕𝚘, 𝚝𝚛𝚊 𝚌𝚞𝚒 𝚚𝚞𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚛𝚊𝚏𝚏𝚒𝚐𝚞𝚛𝚊𝚗𝚝𝚎 𝚒𝚕 𝙼𝚊𝚛𝚝𝚒𝚛𝚒𝚘 𝚍𝚒 𝚂𝚊𝚗 𝙶𝚒𝚘𝚟𝚊𝚗𝚗𝚒 𝙱𝚊𝚝𝚝𝚒𝚜𝚝𝚊, 𝚎 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚎𝚙𝚘𝚌𝚊 𝚖𝚘𝚍𝚎𝚛𝚗𝚊, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚚𝚞𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚛𝚎𝚊𝚕𝚒𝚣𝚣𝚊𝚝𝚎 𝚍𝚊 𝙹𝚎𝚊𝚗 𝙱𝚊𝚣𝚊𝚒𝚗𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚑𝚊𝚗𝚗𝚘 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚝𝚎𝚖𝚊 𝚒 𝚜𝚎𝚝𝚝𝚎 𝚜𝚊𝚌𝚛𝚊𝚖𝚎𝚗𝚝𝚒.
𝚄𝚗𝚊 𝚜𝚘𝚕𝚊 𝚟𝚘𝚕𝚝𝚊 𝚗𝚘𝚗 𝚋𝚊𝚜𝚝𝚊, 𝚗𝚎𝚖𝚖𝚎𝚗𝚘 𝚌𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚙𝚎𝚛 𝚏𝚊𝚛𝚜𝚒 𝚋𝚊𝚜𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚝𝚊𝚗𝚝𝚊 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚎𝚣𝚣𝚊…
𝚂𝚎 𝚜𝚎𝚒 𝚊 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒 𝚎̀ 𝚞𝚗 𝚕𝚞𝚘𝚐𝚘 𝚍𝚘𝚟𝚎 𝚟𝚎𝚗𝚒𝚛𝚌𝚒 𝚜𝚙𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚙𝚎𝚛 𝚊𝚜𝚌𝚘𝚕𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚜𝚎 𝚜𝚝𝚎𝚜𝚜𝚒 𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚘𝚕𝚘 𝚞𝚗 𝚖𝚒𝚗𝚞𝚝𝚘, 𝚎 𝚝𝚘𝚌𝚌𝚊𝚛𝚎 𝚕𝚎 𝚌𝚘𝚛𝚍𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚊𝚗𝚒𝚖𝚊 𝚘𝚕𝚝𝚛𝚎 𝚘𝚐𝚗𝚒 𝚌𝚛𝚎𝚍𝚘.

𝟷𝟾𝟼𝟸, 𝚖𝚘𝚗𝚞𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚜𝚝𝚘𝚛𝚒𝚌𝚘 𝚍𝚒 𝙵𝚛𝚊𝚗𝚌𝚒𝚊.



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nondovrebbefiniremai • I ciottoli di Rue Mouffetard

2022
Le mattine a Parigi hanno un sapore speciale, un incanto che si svela passeggiando per le strade acciottolate di Rue Mouffetard. Le prime luci dell'alba dipingono il cielo di tonalità pastello mentre percorriamo una delle cinque strade più antiche di Parigi, a passo lento. Le botteghe antiche si schiudono, rivelando il profumo seducente di pane appena sfornato e fiori freschi, le vetrine delle pasticcerie sono un tripudio di colori, e il mercato si anima con la vivacità di commercianti e clienti. Passo dopo passo ci ritroviamo al Pantheon, il monumento maestoso che veglia su Parigi da secoli. Maria si ferma ad immortalarne ogni dettaglio, continuando a sussurrare che ogni angolo cambia di continuo, la storia di questa città si fonde continuamente con le nostre, creando un intreccio indissolubile tra presente e passato. Siamo quasi arrivate al nostro appuntamento quotidiano, il piccolo bistrot dei Giardini del Lussemburgo. I profumi dolci si uniscono a quello del caffè appena preparato. Maria, ordina il suo cappuccino rigorosamente colmo di schiuma di latte, mentre io, inebriata dalla vista dei croissant dorati, apro il mio taccuino ed inizio a scrivere del giorno che sarà.
I Giardini del Lussemburgo si stendono come un tappeto verde intorno a noi, Maria trova ispirazione nei colori dei fiori, nelle sfumature delle foglie e nell'armonia dei giardini ben curati, io con lo sguardo perso nei colori dell'autunno, lascio che le parole danzino sulla carta, catturando l'essenza di questo luogo incantato. La passeggiata da Rue Mouffetard fino alla colazione in questo bistrot è ormai il nostro rituale, il punto di partenza per ogni nostra giornata parigina, la luce del mattino, l'imponenza di ciò che ci circonda e la tranquillità della natura si fondono in un viaggio quotidiano, in cui l'arte e le parole si mescolano come colori sulla tavolozza di un pittore.

Felisia

Rue Mouffetard, la strada dei sogni, dove ogni passo è una pagina bianca pronta ad accogliere la storia di Parigi,
scritta con l'inchiostro dell'arte e dell'ispirazione.


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nondovrebbefiniremai • Crepuscolo parigino: segreti tra i tetti della Ville Lumière

2022
E’ mattina sui tetti parigini,
la luce filtra attraverso le tende in questa casa dallo spirito bohémien, giocosa accarezza libri impilati su un tavolino di legno antico, e mentre Felisia prepara il primo caffè prendo un libro. I tocchi della vita quotidiana già si odono e si fondono con la magia della città: il fragore dei passi sui gradini in legno, il suono sottile di una radio che trasmette una melodia jazzata, i primi passi dei vicini sulla moquette delle scale, l’ascensore che stride con le antiche corde d’acciaio. Questo semplice rituale mattutino diventa un'ode alla semplicità, un'intersezione tra l'arte visiva e l'esperienza umana, dove il risveglio diventa la prima creazione, con la colazione e la lettura come strumenti di esplorazione per l'anima in una Parigi che si svela gradualmente. Passa un gatto sul tetto più piccolo, un altro sullo spigolo esterno, sembrano acrobati sui questi tetti con le loro creste aguzze e le tegole scure, mappa visiva dell'incanto cittadino. Immortalati nelle parole di autori come Victor Hugo in "I Miserabili" o Gaston Leroux ne "Il Fantasma dell'Opera", diventano veri e propri personaggi della città. Raccontano storie di secoli, testimoniando la storia architettonica di Parigi, dai quelli spioventi medievali che abbracciavano le dimore dei nobili alle costruzioni più recenti che si amalgamano all'eclettismo del panorama urbano. I tetti hanno assistito alle lotte, alle rivoluzioni e alle storie d'amore che hanno plasmato l'anima di Parigi. Poetesse, poeti, pittori e scrittrici, attraverso le loro opere, hanno dipinto questi tetti come luoghi d'intimità, nascondigli romantici e punti di osservazione privilegiati. Sono diventati rifugi per gli amanti e palcoscenici per i sognatori, offrendo panorami unici su una città intrisa di storia e cultura. Le pagine letterarie si stagliano come finestre aperte su questo mondo sopraelevato, catturando l'essenza stessa della vita parigina. I tetti, con il loro fascino senza tempo, sono un legame indelebile tra la letteratura e l'immaginario collettivo che circonda la città della luce.
“Cos’è che continui a sognare su quel tetto?”, chiede Felisia
“Quello che penso.”
Intanto il caffè con il suo calore che crea piccole scie dalla tazzina, sprigiona il giorno che ci apprestiamo a vivere.


V Arrondissement, mattina tra i tetti
2022

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nondovrebbefiniremai • Parigi

2022
𝙸𝚕 𝚟𝚒𝚊𝚐𝚐𝚒𝚘 𝚙𝚛𝚎𝚟𝚎𝚍𝚎 𝚍𝚒 𝚖𝚞𝚘𝚟𝚎𝚛𝚌𝚒 𝚌𝚘𝚗 𝚒𝚕 𝚝𝚛𝚎𝚗𝚘, 𝚍𝚊 𝚃𝚘𝚛𝚒𝚗𝚘 𝚏𝚒𝚗𝚘 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚜𝚝𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝙻𝚊 𝙶𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚎 𝙻𝚢𝚘𝚗.

(𝙿𝚎𝚛 𝚌𝚑𝚒 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚒𝚛𝚊̀ 𝚍𝚘𝚙𝚘 𝚊𝚟𝚎𝚛𝚌𝚒 𝚕𝚎𝚝𝚝𝚘: 𝙸𝚗𝚏𝚘𝚛𝚖𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒 𝚜𝚞𝚐𝚕𝚒 𝚘𝚛𝚊𝚛𝚒 𝚍𝚎𝚒 𝚝𝚛𝚎𝚗𝚒 𝚃𝚘𝚛𝚒𝚗𝚘-𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒 - 𝙸𝚕 𝚖𝚘𝚍𝚘 𝚖𝚒𝚐𝚕𝚒𝚘𝚛𝚎 𝚙𝚎𝚛 𝚝𝚛𝚘𝚟𝚊𝚛𝚎 𝚞𝚗 𝚋𝚒𝚐𝚕𝚒𝚎𝚝𝚝𝚘 𝚎𝚌𝚘𝚗𝚘𝚖𝚒𝚌𝚘 𝚃𝚘𝚛𝚒𝚗𝚘 - 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒 𝚎̀ 𝚙𝚛𝚎𝚗𝚘𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚒𝚕 𝚝𝚞𝚘 𝚝𝚛𝚎𝚗𝚘 𝚒𝚗 𝚊𝚗𝚝𝚒𝚌𝚒𝚙𝚘 𝚎𝚍 𝚎𝚟𝚒𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚟𝚒𝚊𝚐𝚐𝚒𝚊𝚛𝚎 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚘𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚙𝚞𝚗𝚝𝚊. 𝙸𝚕 𝚙𝚛𝚎𝚣𝚣𝚘 𝚖𝚎𝚍𝚒𝚘 𝚍𝚎𝚕 𝚋𝚒𝚐𝚕𝚒𝚎𝚝𝚝𝚘 𝚍𝚊 𝚃𝚘𝚛𝚒𝚗𝚘 𝚊 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒, 𝚜𝚎 𝚊𝚌𝚚𝚞𝚒𝚜𝚝𝚊𝚝𝚘 𝚒𝚕 𝚐𝚒𝚘𝚛𝚗𝚘 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚜𝚊𝚛𝚊̀ 𝚒𝚗𝚝𝚘𝚛𝚗𝚘 𝚊𝚒 𝟽𝟷 €, 𝚖𝚊 𝚎̀ 𝚙𝚘𝚜𝚜𝚒𝚋𝚒𝚕𝚎 𝚝𝚛𝚘𝚟𝚊𝚛𝚎 𝚋𝚒𝚐𝚕𝚒𝚎𝚝𝚝𝚒 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚌𝚘𝚗𝚟𝚎𝚗𝚒𝚎𝚗𝚝𝚒 𝚊 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚒𝚛𝚎 𝚍𝚊 𝚜𝚘𝚕𝚒 𝟻𝟺 €. 𝙵𝚛𝚎𝚌𝚌𝚒𝚊 𝚁𝚘𝚜𝚜𝚊 𝚎 𝚃𝙶𝚅 - 𝙽𝚞𝚖𝚎𝚛𝚘 𝚍𝚒 𝚟𝚒𝚊𝚐𝚐𝚒 𝚊𝚕 𝚐𝚒𝚘𝚛𝚗𝚘:𝟺. 𝚃𝚎𝚖𝚙𝚘 𝚖𝚎𝚍𝚒𝚘 𝚍𝚒 𝚙𝚎𝚛𝚌𝚘𝚛𝚛𝚎𝚗𝚣𝚊:𝟶𝟼𝚑𝟸9. 𝙸𝚕 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚋𝚛𝚎𝚟𝚎 𝚝𝚎𝚖𝚙𝚘 𝚍𝚒 𝚟𝚒𝚊𝚐𝚐𝚒𝚘: 𝟻𝚑 𝟹𝟾. 𝙿𝚛𝚒𝚖𝚊 𝚘𝚛𝚊 𝚍𝚒 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚎𝚗𝚣𝚊: 𝟽𝚑 𝟹𝟼. 𝚄𝚕𝚝𝚒𝚖𝚘 𝚘𝚛𝚊𝚛𝚒𝚘 𝚍𝚒 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚎𝚗𝚣𝚊: 𝟷𝟽𝚑 𝟹𝟾. 𝚂𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚟𝚞𝚘𝚒 𝚘𝚌𝚌𝚞𝚙𝚊𝚛𝚝𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚏𝚊𝚜𝚎 𝚘𝚛𝚐𝚊𝚗𝚒𝚣𝚣𝚊𝚝𝚒𝚟𝚊 𝚎 𝚌𝚎𝚛𝚌𝚑𝚒 𝚌𝚑𝚒 𝚙𝚞𝚘̀ 𝚏𝚊𝚛𝚕𝚘, 𝚌𝚘𝚗𝚝𝚊𝚝𝚝𝚊𝚌𝚒 𝚗𝚘𝚗𝚍𝚘𝚟𝚛𝚎𝚋𝚋𝚎𝚏𝚒𝚗𝚒𝚛𝚎𝚖𝚊𝚒@𝚐𝚖𝚊𝚒𝚕.𝚌𝚘𝚖)

𝚂𝚎𝚝𝚝𝚎 𝙽𝚘𝚟𝚎𝚖𝚋𝚛𝚎 𝟸𝟶𝟸𝟸
𝙻'𝚘𝚛𝚊𝚛𝚒𝚘 𝚍𝚎𝚕 𝚗𝚘𝚜𝚝𝚛𝚘 𝚊𝚛𝚛𝚒𝚟𝚘 𝟷𝟹𝚑𝟻𝟶.
𝚂𝚒𝚝𝚞𝚊𝚝𝚊 𝚗𝚎𝚕 𝚇𝙸𝙸 𝚊𝚛𝚛𝚘𝚗𝚍𝚒𝚜𝚜𝚎𝚖𝚎𝚗𝚝, 𝚗𝚘𝚗 𝚕𝚘𝚗𝚝𝚊𝚗𝚘 𝚍𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚙𝚕𝚊𝚌𝚎 𝚍𝚎 𝚕𝚊 𝙱𝚊𝚜𝚝𝚒𝚕𝚕𝚎, 𝙻𝚊 𝙶𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚎 𝙻𝚢𝚘𝚗 𝚎̀ 𝚞𝚗𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚜𝚝𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚒 𝚙𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒𝚗𝚎, 𝚌𝚘𝚜𝚝𝚛𝚞𝚒𝚝𝚊 𝚒𝚗 𝚘𝚌𝚌𝚊𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝙴𝚜𝚙𝚘𝚜𝚒𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚄𝚗𝚒𝚟𝚎𝚛𝚜𝚊𝚕𝚎 𝚍𝚎𝚕 𝟷9𝟶𝟶. 𝙲𝚊𝚛𝚊𝚝𝚝𝚎𝚛𝚒𝚜𝚝𝚒𝚌𝚊 𝚎̀ 𝚕𝚊 𝚝𝚘𝚛𝚛𝚎, 𝚜𝚒𝚝𝚞𝚊𝚝𝚊 𝚜𝚞 𝚞𝚗 𝚊𝚗𝚐𝚘𝚕𝚘 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚎𝚍𝚒𝚏𝚒𝚌𝚒𝚘, 𝚖𝚊𝚎𝚜𝚝𝚘𝚜𝚊 𝚎 𝚍𝚒 𝚐𝚛𝚊𝚗𝚍𝚎 𝚋𝚎𝚕𝚕𝚎𝚣𝚣𝚊, 𝚍𝚘𝚝𝚊𝚝𝚊 𝚍𝚎𝚕 𝚙𝚒𝚞̀ 𝚐𝚛𝚊𝚗𝚍𝚎 𝚘𝚛𝚘𝚕𝚘𝚐𝚒𝚘 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚌𝚊𝚙𝚒𝚝𝚊𝚕𝚎. 𝙸𝚗 𝚘𝚌𝚌𝚊𝚜𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚍𝚒 𝚞𝚗𝚊 𝚟𝚒𝚘𝚕𝚎𝚗𝚝𝚊 𝚝𝚎𝚖𝚙𝚎𝚜𝚝𝚊 𝚒𝚕 𝟸𝟼 𝚍𝚒𝚌𝚎𝚖𝚋𝚛𝚎 𝟷999 𝚟𝚎𝚗𝚗𝚎 𝚍𝚊𝚗𝚗𝚎𝚐𝚐𝚒𝚊𝚝𝚘 𝚎𝚍 𝚎̀ 𝚜𝚝𝚊𝚝𝚘 𝚛𝚒𝚖𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚒𝚗 𝚏𝚞𝚗𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚜𝚘𝚕𝚘 𝚒𝚕 𝟷𝟻 𝚏𝚎𝚋𝚋𝚛𝚊𝚒𝚘 𝟸𝟶𝟶𝟻, 𝚊𝚗𝚌𝚘𝚛𝚊 𝚍𝚘𝚝𝚊𝚝𝚘 𝚍𝚎𝚕 𝚜𝚞𝚘 𝚖𝚎𝚌𝚌𝚊𝚗𝚒𝚜𝚖𝚘 𝚘𝚛𝚒𝚐𝚒𝚗𝚊𝚕𝚎, 𝚖𝚘𝚍𝚎𝚛𝚗𝚒𝚣𝚣𝚊𝚝𝚘 𝚍𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚙𝚛𝚎𝚜𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚜𝚒𝚜𝚝𝚎𝚖𝚊 𝚍𝚒 𝚖𝚘𝚝𝚘𝚛𝚒𝚣𝚣𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚎 𝚍𝚒 𝚜𝚒𝚗𝚌𝚛𝚘𝚗𝚒𝚣𝚣𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚒𝚕 𝚜𝚎𝚐𝚗𝚊𝚕𝚎 𝚘𝚛𝚊𝚛𝚒𝚘 𝚞𝚏𝚏𝚒𝚌𝚒𝚊𝚕𝚎 𝚝𝚛𝚊𝚜𝚖𝚎𝚜𝚜𝚘 𝚒𝚗 𝚘𝚗𝚍𝚎 𝚕𝚞𝚗𝚐𝚑𝚎.

𝚄𝚗𝚊 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚊 𝚜𝚘𝚜𝚝𝚊 è alla 𝙱𝚘𝚞𝚕𝚊𝚗𝚐𝚎𝚛𝚒𝚎 𝙱𝚘: 𝚖𝚘𝚗𝚞𝚖𝚎𝚗𝚝𝚘 𝚜𝚝𝚘𝚛𝚒𝚌𝚘 𝚍𝚒 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒, 𝚛𝚒𝚜𝚊𝚕𝚎 𝚊𝚕 𝟷𝟾𝟾𝟶, 𝚙𝚛𝚎𝚜𝚎𝚗𝚝𝚊 𝚊𝚏𝚏𝚛𝚎𝚜𝚌𝚑𝚒 𝚎 𝚖𝚘𝚍𝚊𝚗𝚊𝚝𝚞𝚛𝚎 𝚍𝚎𝚕𝚕’𝚎𝚙𝚘𝚌𝚊.
📍Rue de Charenton, Parigi.
𝙸𝚗 𝚁𝚞𝚎 𝙼𝚘𝚞𝚏𝚏𝚎𝚝𝚊𝚛𝚍 𝚞𝚗 𝚖𝚎𝚛𝚊𝚟𝚒𝚐𝚕𝚒𝚘𝚜𝚘 𝚎𝚜𝚎𝚖𝚙𝚒𝚘 𝙰𝚛𝚝 𝙽𝚘𝚞𝚟𝚎𝚊𝚞 𝚛𝚎𝚊𝚕𝚒𝚣𝚣𝚊𝚝𝚊 𝚍𝚊 𝚞𝚗 𝚖𝚞𝚛𝚊𝚝𝚘𝚛𝚎 𝚒𝚝𝚊𝚕𝚒𝚊𝚗𝚘, 𝙰𝚕𝚋𝚎𝚛𝚝𝚘 𝙰𝚍𝚒𝚐𝚑𝚎𝚛𝚒, 𝚌𝚑𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚕𝚊 𝚝𝚎𝚌𝚗𝚒𝚌𝚊 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚘 “𝚜𝚐𝚛𝚊𝚏𝚏𝚒𝚝𝚘” 𝚑𝚊 𝚍𝚎𝚌𝚘𝚛𝚊𝚝𝚘 𝚕𝚊 𝚏𝚊𝚌𝚌𝚒𝚊𝚝𝚊 𝚍𝚒 𝚞𝚗 𝚎𝚍𝚒𝚏𝚒𝚌𝚒𝚘 𝚍𝚎𝚕 𝚇𝚅𝙸𝙸 𝚜𝚎𝚌𝚘𝚕𝚘.
📍Rue Mouffetard, Parigi.

𝙻𝚞𝚗𝚐𝚘 𝚁𝚞𝚎 𝙼𝚘𝚞𝚏𝚏𝚎𝚝𝚊𝚛𝚍, 𝚞𝚗𝚊 𝚜𝚝𝚛𝚊𝚍𝚒𝚗𝚊 𝚍𝚒 𝚌𝚒𝚘𝚝𝚝𝚘𝚕𝚒 𝚌𝚑𝚎 𝚙𝚘𝚛𝚝𝚊 𝚏𝚒𝚗𝚘 𝚊𝚕𝚕𝚊 𝙲𝚑𝚒𝚎𝚜𝚊 𝚍𝚒 𝚂𝚊𝚒𝚗𝚝-É𝚝𝚒𝚎𝚗𝚗𝚎-𝚍𝚞-𝙼𝚘𝚗𝚝, 𝚌𝚒 𝚜𝚒 𝚙𝚎𝚛𝚍𝚎 𝚝𝚛𝚊 𝚕𝚎𝚒 𝚎 𝚒𝚕 𝙿𝚊𝚗𝚝𝚑𝚎𝚘𝚗, 𝚏𝚒𝚗𝚘 𝚊 𝚒𝚖𝚖𝚎𝚛𝚐𝚎𝚛𝚜𝚒 𝚍𝚒 𝚊𝚛𝚒𝚊 𝚊𝚒 𝚐𝚒𝚊𝚛𝚍𝚒𝚗𝚘 𝚍𝚒 𝙻𝚞𝚜𝚜𝚎𝚖𝚋𝚞𝚛𝚐𝚘…𝙸 𝚕𝚞𝚘𝚐𝚑𝚒 𝚍𝚒𝚟𝚎𝚗𝚝𝚊𝚗𝚘 𝚙𝚞𝚗𝚝𝚒 𝚍’𝚒𝚗𝚌𝚘𝚗𝚝𝚛𝚘 𝚍𝚘𝚟𝚎 𝚊𝚜𝚌𝚘𝚕𝚝𝚊𝚛𝚎 𝚎 𝚛𝚒𝚌𝚛𝚎𝚊𝚛𝚎 𝚜𝚝𝚘𝚛𝚒𝚎. 𝙻𝚊 𝚗𝚘𝚜𝚝𝚛𝚊 𝚙𝚊𝚜𝚜𝚎𝚐𝚐𝚒𝚊𝚝𝚊 𝚕𝚎𝚝𝚝𝚎𝚛𝚊𝚛𝚒𝚊 è 𝚕𝚊 𝚜𝚝𝚎𝚜𝚜𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚘𝚐𝚗𝚒 𝚖𝚊𝚝𝚝𝚒𝚗𝚊 𝚜𝚒 𝚊𝚙𝚙𝚛𝚎𝚜𝚝𝚊𝚟𝚊 𝚊 𝚏𝚊𝚛𝚎 𝙷𝚎𝚖𝚒𝚗𝚐𝚠𝚊𝚢 𝚎𝚍 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚒 𝚊𝚛𝚝𝚒𝚜𝚝𝚒. 𝚂𝚒 𝚙𝚞ò 𝚙𝚊𝚛𝚝𝚒𝚛𝚎 𝚙𝚛𝚘𝚙𝚛𝚒𝚘 𝚍𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚜𝚞𝚊 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚊 𝚌𝚊𝚜𝚊, 𝚊𝚕 𝟽𝟺 𝚍𝚒 𝚛𝚞𝚎 𝙲𝚊𝚛𝚍𝚒𝚗𝚊𝚕-𝙻𝚎𝚖𝚘𝚒𝚗𝚎, 𝚍𝚘𝚟𝚎 𝚞𝚗𝚊 𝚝𝚊𝚛𝚐𝚊 𝚛𝚎𝚌𝚊 𝚊𝚗𝚌𝚘𝚛𝚊 𝚒𝚕 𝚛𝚒𝚌𝚘𝚛𝚍𝚘 𝚍𝚎𝚐𝚕𝚒 𝚊𝚗𝚗𝚒 𝚍𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚜𝚞𝚊 𝚐𝚒𝚘𝚟𝚒𝚗𝚎𝚣𝚣𝚊 𝚙𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒𝚗𝚊. 𝙽𝚎𝚕 𝚚𝚞𝚊𝚛𝚝𝚒𝚎𝚛𝚎 𝚊 𝚛𝚒𝚍𝚘𝚜𝚜𝚘 𝚍𝚎𝚕 𝙿𝚊𝚗𝚝𝚑𝚎𝚘𝚗, 𝚏𝚊𝚝𝚝𝚘 𝚍𝚒 𝚜𝚝𝚛𝚎𝚝𝚝𝚎 𝚜𝚝𝚛𝚊𝚍𝚎 𝚞𝚗 𝚝𝚎𝚖𝚙𝚘 𝚊𝚌𝚌𝚒𝚘𝚝𝚝𝚘𝚕𝚊𝚝𝚎, 𝚘𝚐𝚐𝚒 𝚊𝚗𝚌𝚘𝚛𝚊 𝚜𝚒 𝚙𝚞ò 𝚐𝚘𝚍𝚎𝚛𝚎 𝚍𝚒 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚊 𝚁𝚞𝚎 𝙼𝚘𝚞𝚏𝚏𝚎𝚝𝚊𝚛𝚍, 𝚊𝚕𝚕’𝚎𝚙𝚘𝚌𝚊 𝚍𝚒 𝙷𝚎𝚖𝚒𝚗𝚐𝚠𝚊𝚢 𝚜𝚘𝚕𝚘 𝚍𝚒𝚖𝚘𝚛𝚊 𝚍𝚒 𝚞𝚋𝚛𝚒𝚊𝚌𝚑𝚒 𝚎 𝚌𝚕𝚘𝚌𝚑𝚊𝚛𝚍, 𝚘𝚐𝚐𝚒 𝚙𝚒𝚎𝚗𝚊 𝚍𝚒 𝚐𝚒𝚘𝚟𝚎𝚗𝚝ù, 𝚜𝚝𝚞𝚍𝚎𝚗𝚝𝚒 𝚎 𝚌𝚑𝚒 𝚊𝚖𝚊 𝚕𝚊 𝚟𝚎𝚛𝚊 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒. 𝚂𝚘𝚗𝚘 𝚊𝚗𝚌𝚘𝚛𝚊 𝚛𝚒𝚌𝚘𝚗𝚘𝚜𝚌𝚒𝚋𝚒𝚕𝚒 𝚒 𝚕𝚘𝚌𝚊𝚕𝚒 𝚎 𝚐𝚕𝚒 𝚊𝚗𝚐𝚘𝚕𝚒 𝚍𝚎𝚜𝚌𝚛𝚒𝚝𝚝𝚒 𝚒𝚗 “𝙵𝚎𝚜𝚝𝚊 𝙼𝚘𝚋𝚒𝚕𝚎”, “𝙸𝚕 𝚜𝚘𝚕𝚎 𝚜𝚘𝚛𝚐𝚎 𝚊𝚗𝚌𝚘𝚛𝚊”, “𝙻𝚎 𝙽𝚎𝚟𝚒 𝚍𝚎𝚕 𝙺𝚒𝚕𝚒𝚖𝚊𝚗𝚓𝚊𝚛𝚘”, 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚕𝚊 𝚙𝚒𝚌𝚌𝚘𝚕𝚊 𝙿𝚕𝚊𝚌𝚎 𝚍𝚎 𝚕𝚊 𝙲𝚘𝚗𝚝𝚛𝚎𝚜𝚌𝚊𝚛𝚙𝚎 𝚚𝚞𝚊𝚜𝚒 𝚊𝚕𝚕’𝚊𝚗𝚐𝚘𝚕𝚘 𝚌𝚘𝚗 𝚛𝚞𝚎 𝙲𝚊𝚛𝚍𝚒𝚗𝚊𝚕-𝙻𝚎𝚖𝚘𝚒𝚗𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚕𝚘 𝚜𝚌𝚛𝚒𝚝𝚝𝚘𝚛𝚎 𝚍𝚘𝚟𝚎𝚟𝚊 𝚜𝚌𝚘𝚛𝚐𝚎𝚛𝚎 𝚍𝚊𝚕𝚕𝚊 𝚜𝚞𝚊 𝚊𝚋𝚒𝚝𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚊𝚕 𝚚𝚞𝚊𝚛𝚝𝚘 𝚙𝚒𝚊𝚗𝚘. “𝙽𝚘𝚗 𝚌’𝚎𝚛𝚊 𝚗𝚎𝚜𝚜𝚞𝚗 𝚊𝚕𝚝𝚛𝚘 𝚊𝚗𝚐𝚘𝚕𝚘 𝚍𝚒 𝙿𝚊𝚛𝚒𝚐𝚒 𝚌𝚑𝚎 𝚊𝚖𝚊𝚜𝚜𝚎 𝚌𝚘𝚖𝚎 𝚚𝚞𝚎𝚜𝚝𝚘, 𝚐𝚕𝚒 𝚊𝚕𝚋𝚎𝚛𝚒 𝚜𝚌𝚘𝚖𝚙𝚘𝚜𝚝𝚒, 𝚕𝚎 𝚟𝚎𝚌𝚌𝚑𝚒𝚎 𝚌𝚊𝚜𝚎 𝚋𝚒𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎 𝚍𝚒𝚙𝚒𝚗𝚝𝚎 𝚒𝚗 𝚋𝚊𝚜𝚜𝚘 𝚍𝚒 𝚜𝚌𝚞𝚛𝚘, 𝚒𝚕 𝚟𝚎𝚛𝚍𝚎 𝚍𝚎𝚐𝚕𝚒 𝚊𝚞𝚝𝚘𝚋𝚞𝚜 𝚗𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚙𝚒𝚊𝚣𝚣𝚊 𝚛𝚘𝚝𝚘𝚗𝚍𝚊, 𝚕𝚊 𝚝𝚒𝚗𝚝𝚞𝚛𝚊 𝚙𝚘𝚛𝚙𝚘𝚛𝚊 𝚍𝚎𝚒 𝚏𝚒𝚘𝚛𝚒 𝚜𝚞𝚕 𝚖𝚊𝚛𝚌𝚒𝚊𝚙𝚒𝚎𝚍𝚎, 𝚕’𝚒𝚖𝚙𝚛𝚘𝚟𝚟𝚒𝚜𝚊 𝚍𝚒𝚜𝚌𝚎𝚜𝚊 𝚍𝚒 𝚛𝚞𝚎 𝙲𝚊𝚛𝚍𝚒𝚗𝚊𝚕𝚎-𝙻𝚎𝚖𝚘𝚒𝚗𝚎 𝚟𝚎𝚛𝚜𝚘 𝚒𝚕 𝚏𝚒𝚞𝚖𝚎 𝚎 𝚍𝚊𝚕𝚕’𝚊𝚕𝚝𝚛𝚘 𝚕𝚊𝚝𝚘 𝚕𝚘 𝚜𝚝𝚛𝚎𝚝𝚝𝚘 𝚖𝚘𝚗𝚍𝚘 𝚊𝚏𝚏𝚘𝚕𝚕𝚊𝚝𝚘 𝚍𝚒 𝚛𝚞𝚎 𝙼𝚘𝚞𝚏𝚏𝚎𝚝𝚊𝚛𝚍”.

atlante infinito
diario visivo del viaggio

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nondovrebbefiniremai • Olivier e i fotogrammi di Bonnieux

2019
Nel cuore di uno dei più bei borghi provenzali, in una calda giornata d’estate ci siamo imbattute in un incontro che ha reso la nostra scoperta ancora più entusiasmante, quello con Olivier Roche, un uomo in missione che porta avanti il sapore della malinconia del cinema di una volta. Olivier Roche è uno sceneggiatore, viaggiatore itinerante e collezionista di tutto ciò che riguarda i fumetti e i vecchi film, ed è entrando nel suo negozio che abbiamo avuto il piacere di conoscerlo mentre sistemava vecchi vinili. Nel silenzio che precede le ore calde del primo pomeriggio, mi salta all’occhio una copertina di un vinile Le Monde entre mes bras, chiedo di poterlo ascoltare e sorridendomi Olivier prende un vecchio giradischi e lo accende per l’occasione. Oltre il suono delle cicale e Tom e Jerry che ci guardano dal davanzale, ascoltiamo le prime tracce, decido di comprarlo anche solo per il titolo che mi piace molto, scopro solo in seguito facendo una ricerca che Romain Didier, vero nome Didier Petit, è un cantante francese, cantautore che scrive canzoni anche per altri artisti, di origini italiane (nasce a Roma, a Villa Medici, nel 1949 durante una residenza di suo padre, Pierre Petit direttore dell'École normale de musique de Paris e di sua madre, Christiane Castelli, cantante all'Opéra Garnier).
Vecchie locandine del cinema italiano e francese, fumetti, Mastroianni alla parete, il manifesto di Madame Miniver e tanto altro in questo scrigno di storie che Olivier ha creato dopo dieci anni a Parigi, tornando nel Luberon. Oltre al suo negozio, porta avanti la sua passione per la scrittura e la poesia, è un sognatore “Ho sempre scritto e disegnato. Sono cresciuto nella natura selvaggia di Sivergues, dove ho avuto un'infanzia meravigliosa: non avevamo né televisione né telefono e non sentivamo nemmeno il bisogno di averne perché interpretavamo le nostre rappresentazioni teatrali nel fienile o costruivamo le nostre capanne. Mia madre era una pittrice, mio padre insegnava le lingue classiche e costruiva due delle sei case del villaggio. Questo è il motivo per cui non abbiamo fatto la differenza tra lavoro manuale e lavoro intellettuale.” Dopo gli studi alle Belle Arti di Avignone, si trasferì a Parigi dove lavorò come sceneggiatore per il cinema e la televisione ed entrò così nella scena artistica. “La vita parigina sembra gloriosa ma non lo è per la sua longevità. L'arte ruota intorno alla redditività, il che significa che si finisce per perdersi per sopravvivere. Vent'anni fa stavo tornando nel Luberon: e con l'arrivo di internet potevo scriverci pacificamente e finire tutto con uno schiocco di dito.” Mentre esercitava le sue varie attività, Olivier Roche scrisse un thriller: “La Course”, basato sul primissimo Tour de France nel 1903, vinto da Antoine Blondin. Fondò anche Cinémanouche, una sorta di cinema mobile che passava di villaggi in villaggi. 'Prima che ci fossero veri cinema, le manouche e gli zingari facevano la stessa cosa: compravano le bobine di film e passavano da villaggi a villaggi per fare dimostrazioni. Quando i tedeschi fecero bruciare Metropolis insieme ad altri capolavori, gli zingari salvarono in qualche modo il patrimonio cinematografico. Quindi è una tradizione che spero di continuare a onorare...”
Olivier si lascia accarezzare dalle colline che si vestono di lavanda, dal tempo sospeso, custodendo un piccolo universo fatto di celluloide, carta ingiallita e sogni. La sua boutique d'antiquariato è un vero e proprio scrigno di meraviglie. Tra le mura di pietra, vecchie locandine di film francesi e italiani ci accolgono con un'aura di nostalgia. Bobine di pellicola, fumetti d'epoca e ritratti di dive del passato sembrano sussurrare storie di un tempo lontano. Al centro di tutto, un'icona del cinema muto: Charlie Chaplin, con il suo sorriso malinconico, sembra vigilare su questo piccolo museo del cuore. Nel suo negozio, Olivier non è solo un antiquario, ma anche un mentore. Accoglie con calore noi viaggiatrici che varchiamo la soglia, condividendo aneddoti e passioni, le stesse sulle ali della libertà. Tra le pagine di un libro antico o davanti a uno schermo che proietta un film d'autore, si creano legami profondi, si intrecciano storie di vita. La vera sorpresa è quando Olivier ci invita a vedere la sua vecchia Citroen che utilizza per proiettare vecchi film, come anche dopo il tramonto assistere alle proiezioni di vecchie pellicole di cartoni animati, dove sedute sugli scalini fuori il suo negozio, in compagnia non solo di bambini, ma di tante anime sognatrici ci si ferma per trascorrere una serata speciale e ricca di spensieratezza, proiettando desideri tra la luce delle stelle.


atlante infinito
diario visivo del viaggio

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