𝙵𝚘𝚗𝚍𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝙰𝚕𝚒𝚗𝚊𝚛𝚒 𝚙𝚎𝚛 𝚕𝚊 𝙵𝚘𝚝𝚘𝚐𝚛𝚊𝚏𝚒𝚊.
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Questo progetto, dal primo istante aveva ben chiaro il suo obiettivo: aldilà di una filosofia di vita che ognuna di noi stava abbracciando, il cuore e la necessità non erano solo quelli di riprendere con nostalgia l’antica pratica argentica, né dimostrare solo bravura tecnica o maestria dell’utilizzo dello strumento. Quello da cui ognuna con la sua formazione è partita, io con il mio bagaglio nel campo della fotografia, Felisia con il suo nell'ambito della comunicazione, è stato il desiderio di ripercorrere e scovare storie che pongono l’attenzione sull’importanza della memoria, un ritorno ad una poetica della fotografia e le tracce del tempo attraverso luoghi e volti umani. Per ritorno si intende riprendere di nuovo coscienza che la presenza umana, insieme ai luoghi, si è smarrita nella velocità di un mondo che a furia di guardare avanti è ignaro del passato e del presente. Intendiamo che la creazione di immagini ha fatto dimenticare che la fotografia si tocca, ha un supporto materico, va custodita in album di famiglia, in libri d’artista. Siamo partite e vissuto qualche mese a Parigi, per contaminarci e saturarci come solo là Ville Lumiere sa fare, abbiamo rovistato tra vecchie carte de visite delle Bouquinistes lungo la Senna, abbiamo percorso chilometri in auto per essere all’Atelier Malicot, respirare la magia e la sua luce, incontrare professionisti e appassionati, per poi ritornare in Italia e muoverci tra le città d’arte, teatro di strada e mercati di antiquariato. Un percorso sulla fotografia e il viaggio, con al centro la figura della donna flaneuse, con una scatola magica di legno che realizza fotografie su carta ai sali d'argento.
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𝚌𝚘𝚖𝚞𝚗𝚒𝚌𝚊𝚝𝚘 𝚞𝚏𝚏𝚒𝚌𝚒𝚊𝚕𝚎 𝚚𝚞𝚒: Fondazione Alinari per la Fotografia
©️𝙛𝙤𝙩𝙤𝙜𝙧𝙖𝙛𝙞𝙖 𝙢𝙞𝙣𝙪𝙩𝙚𝙧𝙖 𝙞𝙩𝙞𝙣𝙚𝙧𝙖𝙣𝙩𝙚 • 𝚒𝚗 𝚞𝚗 𝚒𝚜𝚝𝚊𝚗𝚝𝚎 𝚍𝚒 𝚝𝚎𝚖𝚙𝚘 •
Ⓟⓞⓔⓢⓘⓐ 𝔽𝕠𝕥𝕠𝕘𝕣𝕒𝕗𝕚𝕒
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