Frammenti di luce 03

Un sogno ricorrente tra i tanti, con la presenza di acqua, sempre limpida, cristallina, come un velo di seta trasparente, il bianco ovunque, che ricordo come un libro letto tutto di un fiato, un film visto decine di volte, un giorno vissuto fulmineo, è quello di una bambina dalla carnagione scura, salsedine e sole, i capelli neri lunghi con boccoli spettinati, una magliettina rossa di cotone, sempre a piedi scalzi tra vecchie case di pietra fino alla spiaggia con il suo mare turchese e smeraldo. Ogni donna, come anche ogni uomo, ha la sua bambina che giace nei sogni per ricordarci chi eravamo e chi dovremmo essere, i suoi occhi, profondi, spensierati e innocenti. Eccola un’altra storia: ho trovato questa bambina, o lei ha trovato me mentre io cercavo…
Una bambina su una piccola panca di legno,
avrà forse un anno, è felice, gioiosa gioca a tenere l’equilibrio senza timore. Una foto in bianco e nero, una scena che evoca sentimenti… La luce è in penombra, ma un raggio luminoso è sul suo viso, un gioco di ombre, un albero probabilmente riflesso sullo sfondo e un lenzuolo bianco steso al sole. Su legno antico, un’anima così nuova, due anni, un mondo in equilibrio su sé. Piccola barca in un mare di legno, ondeggia, ondeggia, serena. Un raggio, messaggero di un sole nascosto, le accarezza il viso, un fiore sbocciato. Occhi grandi, due stelle in un cielo sereno, sorridono al mondo, senza un pensiero… nemmeno uno… Gioca con l'ombra, danza con la luce, ignara del tempo, della notte e del giorno. Un istante di grazia, sospeso nel vuoto, un’anima pura, un canto di rondine. Il suo primo confine, i suoi primi inizi, il punto di partenza. Quel legno antico evoca una storia, una tradizione, un passato che si proietta nel futuro. Lei in equilibrio, metafora della vita stessa, precaria eppure meravigliosa. La bambina, con la sua spontaneità, incarna la capacità di vivere il presente senza paura tra luci e ombre nella complessità dell'esistenza. Il suo viso specchio dell'anima, riflette la purezza e l'innocenza dell'infanzia, ignara del fatto che quell'istante di felicità è destinato a fluire nel tempo eterno, impresso nella memoria. Oggi, mentre ne scrutavo il volto, mi sono accorta di una mano sulla destra. Chi c’era intorno a lei? Chi quella mano pronta a porle sostegno? Lei guarda altrove, sorride, è concentrata, guarda i suoi passi, guarda l’inizio del suo cammino, alza il braccio qualora stesse per cadere, ma è immortalata per sempre nell’attimo in cui era pronta, pronta a vivere, il suo corpo in movimento, le sue scarpine con i lacci sciolti, un passo avanti… “imparerò a camminare”, a saltare e se non posso volare, a sognare.

maria, agosto 2024










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