Frammenti di luce 01

Un anno,
è il tempo trascorso da quando abbiamo deciso nel nostro viaggiare, di portare con noi una macchina fotografica istantanea. Tutto ciò che c’è da sapere è abbondantemente esplicitato sui nostri canali social e su un sito web dedicato a quelli che sono i nostri progetti itineranti, filosofia di vita intrapresa negli ultimi due anni da professioniste autonome e funambole su un filo di libertà. In occasione di questo anniversario tutto estivo, a temperature alte, tanto che i liquidi di sviluppo necessitano di riposare, lasciamo qualche riflessione, necessarie per dar valore al percorso fatto e quello che ancora faremo.
Partiamo da un’affermazione che spesso ci è stata rivolta e che nel bene e nel male, è tutta italiana “lo fate per passione?”
Bene, soffermiamoci su questo sostantivo femminile:
1.Sofferenza fisica o spirituale...
2. Momento o motivo della vita affettiva caratterizzato da uno stato di violenta e persistente emozione...
ESTENS.Vivace inclinazione, per lo più lodevole o comunque non riprovevole: p. per la musica, per la pittura…
Con passione, con intensità di sentimento, che può anche tradursi in entusiastica e totalitaria dedizione.
"fare con passione". Origine - Dal lat. tardo passio-onis, der. di passus, p. pass. di pati ‘patire, soffrire’ •fine sec. XIII.

E’ chiaro che pensare di vivere la propria esistenza, i propri interessi, il proprio lavoro senza passione, significherebbe vivere senza slanci, disinnamorate, poco coraggiose e probabilmente in una calma che terrebbe tutto in superficie. Si confonde spesso il fare "per passione" con l’accettazione di fare senza aspettative, e quindi nel caso di una scelta di vita, del lavoro che si sceglie di portare avanti, che sia un impegno sempre di contorno, non prioritario e soprattutto non remunerativo. La risposta quindi alla domanda di prima in questo caso non è più sottintesa, bensì necessita di una corposa spiegazione. Ogni cosa che facciamo nasce dalla passione, che è insita nelle nostre scelte di vita, ma la passione, il coraggio e la filosofia con la quale queste scelte esistono e resistono ogni giorno, sono frutto di studio, non solo di continue e persistenti emozioni, ma formazione continua, esperienza e nello specifico, con la scrittura che è il nostro strumento di narrazione, attraverso parole e immagini, un percorso volto alla memoria, al suo recupero, lasciando traccia, della nostra storia e delle storie che incontriamo. Per sopravvivere ad un periodo di decadenza - come se non con passione? - quello in cui siamo nate e cresciute, nella speranza di contribuire ad una rinascita presente e futura, con un sogno di comunità, pace e bellezza.
La fotografia necessita della sua immagine latente, del suo supporto materico, del tatto, non solo della vista, dell’udito, dell’olfatto. La fotografia è forse l’unica cosa che ci è rimasta per continuare a raccontare la presenza. Non andiamo in giro per fotografare volti in cambio di mera remunerazione - serve e occorre per tenere in piedi i progetti, ci adattiamo e scegliamo diverse situazioni, e sono queste che portano a scegliere quale l’abito da indossare a secondo della serata. Viaggiamo per immortalare presenze, non solo per noi stesse, ma per un bene comune che si chiama memoria, traccia, archivio, cultura. Abbiamo l’umile pretesa di scrivere per chi verrà, di farlo in libertà e attraverso le istituzioni se sapranno ascoltare i loro artisti e le loro artiste, le sue scrittrici, letterati, poetesse… sognatrici e sognatori. In questo anno che è volato fulmineo abbiamo incontrato molte persone con la loro scatola fotografica di legno, abbiamo appurato che molti abbracciano questo strumento come motivo di passatempo. Pochi, con le competenze e la formazione che necessita tale possibilità, lo fanno per divulgare, fare ricerca, creare e, nel caso della camera istantanea itinerante, lasciare una “Memoria Fotografica”.

E’ quest'ultimo il nostro percorso, è questa la nostra ricerca.
E'stato un anno impegnativo, faticoso, pieno, emozionante. Tutto è iniziato da Arles, per poi continuare a Lucca, il momento più intenso all'Atelier Malicot, ricco di condivisioni, Parigi per poi ritornare nella calda estate italiana, e mettere insieme tutta la luce, che non smette mai di insegnare...

specchio sacro

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