Dalla strada alla storia dell'arte
Il termine "fotografia vernacolare" evoca spesso immagini di scatti amatoriali, poco curati e privi di valore artistico. Tuttavia, un'analisi più approfondita rivela una realtà ben più complessa e sfaccettata. Figure come Eugène Atget e August Sander ci dimostrano come la distinzione tra fotografia d'autore e fotografia vernacolare non sia sempre così netta. Entrambi, inizialmente considerati semplici documentaristi di scene di vita quotidiana, sono oggi riconosciuti come pionieri della fotografia moderna. Atget, con le sue vedute di Parigi, e Sander, con il suo ambizioso progetto "Menschen des 20. Jahrhunderts", ci offrono un'istantanea della società del loro tempo, catturando dettagli e atmosfere che trascendono la semplice documentazione.
Se estendiamo il concetto di fotografia vernacolare alla fotografia commerciale, scopriamo come anche grandi maestri come Avedon, Mapplethorpe e Weston abbiano prodotto opere iconiche partendo da commissioni. La loro capacità di elevare il quotidiano a forma d'arte ci invita a riconsiderare il valore intrinseco di ogni immagine, indipendentemente dalle sue origini.
Mandell e Sultan, con il loro libro "Evidence", ci dimostrano come anche la fotografia industriale possa generare opere di grande impatto visivo, avvicinandosi alla poetica della photo trouvée. Questo ci mostra come i confini tra i diversi generi fotografici siano spesso labili e come la creatività possa emergere in contesti inaspettati.
Eugène Atget Suonatore d’organetto e giovane cantante, 1898